sabato 31 dicembre 2016

Rastafari, una vita dedicata alla vita



Praises and Glory unto the King of Kings Haile Selassie the First.
Nella Livity Rastafari Ian’I sceglie una vita dedicata alla Vita.

Ian’I percorre le strade di questa Creazione nella continua attenzione e consapevolezza dell’attimo vitale che costantemente esiste e si manifesta da prima ancora che questa terra e questo cielo fossero creati. Molti non capiscono e scetticamente ci guardano con incredulità … ma chi lo sente lo sa e ciò che è nascosto ai saggi e sapienti viene rivelato ai bambini e lattanti.
Ecco Ian’I Rastafari siamo come antichi bambini di questa nuova Creazione.
Con l’umiltà e la freschezza di un bambino guardiamo il mondo come se fosse sempre nuovo, istintivamente consapevoli che oggi  sarà meglio di domani, senza preoccuparci di cose inutili che appesantiscono la freschezza e spontaneità della vita.
Siamo anche antichi, in quanto viviamo secondo un codice di vita che è prima dei giorni dell’uomo e che si riconnette direttamente alla fonte primaria di vita, il Creatore in persona. La nostra antichità non è arretratezza ma anzi saggezza che accoglie ogni cambiamento ed evoluzione con maturità e creatività, così come il King of Kings ha evoluto l’Etiopia ed il mondo intero secondo il Suo spirito, anticamente saggio e progressista allo stesso tempo.
Ian’I Rastafari cresce ed invecchia al fine di tornare bambini perché dei bambini è il Regno dei Cieli e il fondamento essenziale alla base della nostra missione qui su questa terra è di celebrare la vita.

Dedichiamo infatti la vita alla vita.

Come l’Incient Priest Itootu dichiara: “La Repatriation più importante non è lo spostamento da una terra all’altra ma è la Repatriation nella vita eterna (Life Ever Living). Ciò significa che vinci la morte.  La prima missione che Dio ci affida è instaurae il nome di HIM come datore di vita e conquistatore di morte ed inferno, di debolezza e malattia.”

In linea con la nostra tradizione biblica che risale a migliaia di anni fa, Ian’I Rastafari è il compimento della Livity che ha inizio con i Patriarchi dell’Antico Testamento.
Infatti Ian’I Rastafari viene in questo tempo per compiere e non per abolire, la legge e i profeti così come la prima venuta del Cristo sono tutti parte della nostra storia, Livity ed indentità. Ian’I Rastafari era già presente quando Adamo ed Eva camminavano alla presenza dell’Altissimo senza vergogna, quando Melchizedek benediva Abramo, quando Mosè sceglieva di rinunciare alla sua famiglia adottiva per tornare alle sue radici.
Ian’I Rastafari è stato presente in ogni attimo della Rivelazione biblica ma solo nel ventesimo secolo si è potuto manifestare perché il tempo era pronto affinchè l’umanità imparasse a vivere la vita secondi i canoni divini.

Nell’Antico Testamento infatti si offriva un sacrificio animale sull’altare al fine di onorare Dio e ricevere la Sua benedizione, quindi si offriva una vita per benedire la propria vita. Bisognava passare per la morte per onorare la vita.  Tramite il sangue di un animale si purificava la propria persona e si chiedeva la grazia dell’Altissimo.
Andando avanti nelle pagine delle Scritture vediamo che nel Nuovo Testamento la Persona divina di Iyasos Krestos viene offerta in sacrificio per redimere l’umanità attraverso la risurrezione. Il Cristo infatti, in accordo con le profezie, sarebbe dovuto morire, scendere agli inferi e poi nel terzo giorno risorgere per liberare l’umanità dallo spettro della morte. Lui stesso infatti ci dice :”Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere” (Gv2,19) proprio perché avrebbero dovuto uccidere il Cristo, seppellire il Suo corpo e poi Egli sarebbe risorto dopo tre giorni come vincitore dalla morte, aprendo la strada all’umanità verso la vita eterna, rendendo quindi  gli uomini capaci di vincere la morte in Cristo.

Con Rastafari si porta a perfezione universale questa evoluzione.

Ian’I Rastafari non sacrifica animali né si offre in sacrificio per ottenere la vita in quanto Rastafari è la generazione della vita senza fine, Ian’I siamo sacerdoti della linfa vitale che mai smette di fluire. Questo perché siamo i figli di Haile Selassie Primo che non è passato per la morte in quanto questa non ha più potere su di Lui e, se Ian’I vive in Lui, essa non avrà potere nemmeno su di noi.
Il mistero della Rivelazione infatti si compie con la venuta di Haile Selassie Primo che, essendo il Cristo tornato nei Suoi caratteri regali, non deve più passare per la morte per vivere per sempre perché Egli ha già vinto la morte sul Calvario. Egli è già salito in croce e da questa è sceso trionfante.
Quindi il Cristo non sarebbe dovuto/potuto morire una seconda volta… infatti Haile Selassie è semplicemente scomparso alla nostra vista, Egli si è semplicemente “tolto” dalla scena quando i tempi si sono compiuti. La morte non ha mai intaccato la Sua Persona.
Infatti non sono mai stati trovati i suoi resti, nessun corpo, né ossa. Perché Egli è l’Everliving God of Israel e nessuna tomba avrebbe mai potuto contenere l’Onnipotente, Egli è la vita che scorre e la Potenza della Santissima Trinità che scuote l’Universo con il Word Sound and Power, ieri oggi e per sempre.

Babylon ha cercato di deviare il mondo annunciando che Haile Selassie Primo fosse morto e sepolto. Come sempre, babylon può soltanto creare menzogne e nient’altro. Addirittura il nostro Re  Haile Selassie Primo, nell’ arco di diverso decenni, ha ricevuto ben tre funerali, è infatti l’unico uomo nella storia ad aver ricevuto tre cerimonie funebri… nessun altro sulla faccia della terra ha mai ricevuto tale trattamento! Il bello è che ognuna di queste tre funzioni era totalmente inutile ed artificiosa in quanto la tomba era sempre vuota!! Questa è l’ironia dell’Onnipotente che ride dall’alto osservando le donne piangere su una tomba vuota mentre i Rastafari nel tabernacolo cantano “Selassie Lives!!”, mentre babylon piange il nostro Dio, Ian’I ride e gioisce nella consapevolezza che nessuno mai potrà uccidere Colui che ha vinto la morte e che concede la vita eterna a coloro che lo seguono.

Ecco quindi che Ian’I Rastafari siamo sacerdoti della vita, dedichiamo la nostra vita per onorare la vita, viviamo per vivere e non per esistere, esercitiamo la nostra facoltà essenziale e primaria che è la vita stessa.

Nella Livity Rastafari pratichiamo la preghiera, ma andiamo oltre:  vivere infatti è il compimento di qualsiasi preghiera, ricerchiamo la vita vissuta nella comunione con l’Onnipotente che è la forma di preghiera più completa ed universale. Ian’I siamo  su questa terra per risuonare sulle frequenze della vita che nutre questa Creazione, apriamo gli occhi sapendo che abbiamo la vita e la impiegheremo per ottimizzare la nostra persona e ciò che ci sta intorno, Ian’I celebra ogni momento ed ogni respiro  come una preghiera vivente all’Altissimo.
Ian’I mette i piedi su questa terra manifestando una dichiarazione di vita, di felicità, di ribellione al sistema corrotto di babylon e soprattutto di celebrazione di ciò che è buono e vitale. Questo ci rende collaboratori dell’Onnipotente, messaggeri di una luminosa alternativa alla tristezza e scura pesantezza che coprono i cuori di molti.
Ian’I viene su questo mondo per vivere, la nostra vita è l’arma che usiamo per combattere il male. Come le stelle brillano e rischiarano la notte così la presenza di Ian’I Rastafari puà rendere le tenebre luninmose, può mutare dolore in gioia e la morte in vita. Le persone spesso sottovalutano ciò di cui la vita sia capace, ma Ian’I Rastafari osserva la pienezza e non la parzialità, abbiamo imparato che questa vita porta con sé una forza inspiegabile ed è capace di manifestare miracoli e meraviglie, tramite la vita possiamo modificare il corso del destino e modellare quest’umanità.
Essa è il più bel regalo che possiamo concederci e allo stesso tempo il regalo migliore che possiamo offrire all’Onnipotente e al nostro prossimo. Nella vita ogni scienza ed ogni pratica sono riassunte, ogni saggezza ed ogni preghiera sono racchiuse nel vivere, è il nostro canto più alto e il nostro salmo più dolce.
L’opera più bella che il Creatore ha voluto condividere con noi.
Love the life you live and live the life you love.
Selah

domenica 25 dicembre 2016

Se ascoltiamo attentamente...

Le preghiere all’Altissimo e la consapevolezza della strada verso Zion ci riempiono nelle meditazioni, pregando affinchè queste siano gradite all’Antico dei giorni che colma il vuoto che babylon tenta di scavare nel cuore dell’uomo.

Egli senza principio né fine, Colui che dimora nel vero e nella realtà adornando quest’ultima di Natural Mystic.
Come infatti Berhane Selassie- Bob Marley diceva: “if you listen carefully you will hear…” ebbene questo è uno dei più grandi insegnamenti che questo profeta e guerriero della luce poteva lasciarci in eredità.

Ian’I Rastafari prendiamo queste parole e ne facciamo una condotta di vita, un imperativo da mantenere in ogni momento. Infatti ascoltare attentamente ha un significato che va ben oltre l’ascolto con l’udito ma è un’attività che trascende ogni senso in quanti implica un ascolto che è spirituale e di coscienza. È una pratica di esistenza e di consapevolezza, un vero e proprio lavoro da compiere con tutte le energie che abbiamo a disposizione.
Innanzitutto dobbiamo avere la volontà di voler ascoltare, infatti Marley inizia la frase dicendo “if” ovvero “se” facendoci capire che l’ascolto spirituale non è una pratica che tutti intraprendono ma che richiede una decisione,una volontà, una spinta interna che muove lo spirito verso una ricerca di risveglio e di benessere, un’ unguento da spalmare sulle ferite delle afflizioni.

Ascoltare attentamente significa innanzitutto fermarsi.
Per ascoltare con attenzione dobbiamo prendere una pausa, fermare la corsa frenetica e calmare la mente. Prima di qualsiasi pratica che richieda presenza ed attenzione è necessario calmare la mente e la corsa impazzata dei pensieri senza fuggire ma anzi restando nel momento presente. Che richieda di salire sulle colline o semplicemente di respirare profondamente, è fondamentale fermarsi, rompere il ciclo, restare fermi. Il potere della pausa, infatti, è spesso dimenticato o volutamente messo da parte ma porta con sé una grandissima capacitò trasformativa. Fermarsi infatti ci permette di trovare le energie per cambiare ciò che è male in bene, fare un passo indietro ci consente di riprendere la rotta e spezzare la catena delle illusioni mentali o degli impegni del corpo. Dire stop afferma la nostra volontà e autodeterminazione, ci fa sentire padroni del momento che stiamo vivendo e di conseguenza se la pratica è portata ad un livello più forte e costante ci insegna a diventare maestri e arbitri dei nostri destini. Fermarci significa concedere un’opportunità all’attimo presente di rivelarsi, ovvero alla voce dell’Innerman dentro di noi di esprimersi.
Sin dai primi giorni della nostra Tradizione, Ian’I ha imparato ad affronntare e gestire il tempo in maniera diversa dagli altri uomini su questa terra, Ian’I Rastafari infatti è stato educato a vivere secondo il tempo dell’Altissimo e non dell’uomo. Sedersi e contemplare può essere un’attività che oggi potrebbe impegnare tutta la giornata, per vivere l’esperienza del Padre dobbiamo infatti imparare a rivedere gli schemi temporali a cui siamo stati abituati, ecco perché alcune persone sentono e decidono addirittura di vivere la vita in preghiera e separazione.

Poi dobbiamo imparare a riconoscere ciò che sta accadendo così da trovare una pace con ciò che il momento sta manifestando e osservare, ascoltare, essere consapevoli. Quindi ascoltare significa essere consapevoli, scendere in profondità, scavare e dirigere il proprio sguardo verso l’interno, per scoprire il paesaggio che  il nostro spirito e la nostra mente posseggono. Sempre Marley infatti diceva che i suoi occhi spesso erano rivolti verso l’interno… questo non significa che dobbiamo perdere il contatto con la realtà o rinunciare piacere del mondo esteriore o che dobbiamo essere chiusi solo nel nostro interno …infatti tutt’altro! Significa che dobbiamo praticare la consapevolezza della nostra persona per poi essere ancora più presenti nel mondo intorno a noi.

Carefully…attentamente è la chiave quindi per entrare in sintonia con ciò che dobbiamo ascoltare..così quando parliamo con qualcuno che ci riferisce una notizia importante prestiamo la massima attenzione così dovremmo fare con il nostro spirito. Prestare attenzione è un atto di amore e di saggezza. Ecco perché è necessario al fine di ascoltare che è accogliere , guadagnare, comunione.. questi infatti sono elementi che troviamo nell’ascolto.
Ascoltare attentamente significa spezzare l’ apatia di babylon, prendere controllo della propria persona e far suonare le trombe che annunciano la caduta delle mura di Jericho. Prestare attenzione con tutta la nostra volontà e presenza è un atto di presa di posizione contro lo stress e le forze negative che si insediano nei nostri spiriti e nelle nostre menti ma allo stesso tempo è un grido contro il sistema di babylon e i suoi tristi lustrini, significa infatti alzarsi e proclamare: “io presto attenzione, io ho cura, io vado in profondità, io non mi accontento della superficialità, io onoro ciò che non si vede ma che si sente, io sono più forte, esiste qualcosa di meglio dentro di me e devo solo cercarlo con più determinazione, posso ottenere di più, posso vivere meglio, posso essere più soddisfatto, posso essere in pace”.
Quando infatti il sistema intorno a noi ci attira verso il sonno invitandoci a dormire piuttosto di essere svegli, quando gli esempi mitizzati dalla società ci esortano a rassegnarci al superficiale e alla sconfitta… proprio allora  Ian’I dice no e inizia ad ascoltare attentamente per soddisfare il desiderio di risveglio che pulsa nei nostri animi e per vincere l’indifferenza che ha già reso molte persone vittime di un perenne sonno spirituale e mentale.

Ian’I Rastafari viene su questa terra per vivere e non per morire, siamo qui per compiere una missione che è quella di vivere secondo gli standard del Padre che ha fissato in questa Creazione tramite l’ esempio perfetto del Black Christ in flesh Qadamawi Haile Selassie che ha reso giustizia a tutti coloro che erano assetati di spirito e che ha mostrato la strada laddove l’umanità non aveva direzione.
Questo esempio perfetto siede sul Trono senza fine ma ha scelto di dimorare nel cuore di ogni essere umano così da rendere questo unico ed immortale se egli imparerà a vivere nella frequenza divina che Marley chiamava il Natural Mystic, cioè la percezione di quella fresca presenza completa, dolce e senza fine che inonda il mondo intero e che vive costantemente nella Creazione visibile ed invisibile, il profumo della presenza del Divino nella Sua essenza più semplice e naturale ovvero il semplicemente essere. Vita che scorre rendendo unico e perfetto ogni istante.

Creazione creante.

Pienezza del semplice, leggerezza del  completo.

Ecco perché Ian’I si impegna costantemente all’ascolto consapevole di ciò che avviene dentro di noi e di ciò che si manifesta intorno a noi. Facciamo di questa pratica un vero e proprio esercizio di vita che dobbiamo affrontare con serietà e “livication” perché il premio sarà dolce e confortevole… cura dalle afflizioni e soddisfazione in ogni momento.
La strada verso Zion è stretta e diritta ma Ian’I si arma di queste semplici ma invincibili regole..quando ostacoli e tribolazioni ci attaccano, fermiamoci e ascoltiamo attentamente.. allo stesso modo quando il momento invece è felice e gioioso, ugualmente ascoltiamo attentamente. Così da essere presenti in questa Creazione mentre si manifesta. Così da poter essere immersi nella presenza del King of Kings e vivere in Lui per giorni infiniti, nel rendimento di grazie e nella resurrezione dello spirito e del corpo verso la vita del Rastaman che è la Livity, esperienza di vita vissuta nella regalità dell’esempio di Haile Selassie Primo, strada verso la liberazione dalle catene che stringono in schiavitù le genti, strumento della compassione e carità, rinuncia a ciò che appesantisce e corsa libera verso le altezze di questa realtà.

La consapevolezza della divinità del King of Kings  è la barca che ci porterà via dalla terra d’esilio che è il dolore della falsità di babylon, la Livity è l’ancora che tiene legata la barca nel tumulto del mare, ovvero attraverso la Livity noi teniamo lucida e solida la comunione con il King of Kings tra le tribolazioni della vita. 

Ian’I vive in questo tempo come guardiani di un codice di vita antico, prima delle generazioni e prima della storia, quando la Presenza divina era costantemente visibile e camminava nel Creato. Ecco Ian’I tramite l’impegno e la pratica di vita rimane in questo stato, ascoltando attentamente restiamo in contatto con quel Natural Mystic che pervade questa esistenza e che rende felice ogni semplice attimo, rende ogni luogo paradiso ed ogni sguardo una rivelazione. Gioia piena alla Sua presenza.
Selah

sabato 17 dicembre 2016

Honoring the Trod-ition



More praises more glory in the House of Qadamawi Haile Selassie.
I n I observe many looking around in search of a past to contemplate and of a present to live.

Men and women walk around in search of  a connection to remain anchored to reality and above all to themselves.
It is an intrinsic need, natural and universal, that pushes from inside causing pain and sense of incompleteness.
It is a call from the roots.
The need of belonging that sooner or later resonates like a bell in our lives reminding us that something is missing, that we are not  yet complete ...it is a subtle sound that lays in the background of our daily actions but, just like lava, slowly pushes until erupt carrying out fire and heat.
In the same way the spirit recalls our attention to look for our roots, to find a sense of belonging and completeness.
These roots are our anchor in the sea of ​​modern indifference..they are hands strongly holding to a branch in order to avoid falling into the void.
Roots are a necessity.
A need.
But above all a pleasure and a tremendous joy.
In Rastafari I n I is blessed to be part of a tradition that is not limited to nation or language but which surpasses all  barriers aiming at the inclusion of every human being who wants to embrace the faith of the King Creator and the royal Livity that His children exercise with zeal as a daily practice. Here I n I must always cherish and cultivate the bond with the Tradition and history that precedes us inside this beautiful journey which is the Rastafari Movement.
Let's sit down and let us take care of our "I", we must practice connection to win the division towards which  babylon pushes us... let’s water the roots that keep us connected to our Tradition.
It is not just a concept that we have to accept and what to agree. It's a way of life, a constant exercise that requires concentration, effort and primarily awareness.
This is the basis of our relationship with the Tradition. We must look deeper into I n I and ask who we would be if we did not have the I-ncients to convey this precious jewel that is the Rastafari doctrine and Livity.
Like a son inherits his father's belongings so I n I inherited the treasures of our I-ncients, those riches that do not undergo rusting and cannot be stolen by any nighttime theft. We received a doctrine, a theology, a way of life, an interpretation of reality for  the liberation and the full realization of ourselves, a code of conduct that honors the human being and the beautiful creation on which he walks, a new level of life experience where man and God  walk in communion, a new beginning, a new and warm day at the end of the cold night of confusion and dispersion.
Who among us could have imagined receiving such grace?
Who could have predicted such a rich meal?
Now, we have a jewel that shines with divine light and is able to radiate all Creation.
Who should InI be thankful to? Firstly and certainly to the Creator who chose to reveal His sweet mysteries, but we must accept that we owe everything to the spiritual masters that shaped I n I  tradition. Those who offered their existences  as firewood for  the great fire of the divine plan by sacrificing the world to receive the Kingdom of God and consequently sanctifying this Creation for us and our children.
Every elder who has lived in the Rastafari faith is a small and humble creator. Artist and craftsman, sculptor of a marvelous work which is the awakened life, free from the chains of evil.

Each I-ncient had to walk the dark road to finally come out of it awakened and master of his destiny, able to articulate space and time according to the canons of God and not those of  man, surpassing the human mind and the wrong perceptions to land to the original mind which is characteristic of the Divine.
This original mind is the initial awareness, ancient, primary, pure knowledge in accordance with the silent voice of the spirit.
It is a level of existence where the acts of contemplation and creation are closely linked to such an extent as to be almost inseparable.
In the practice of pure and original contemplation is simultaneously present the creative activity that allows the individual to generate energy directly from consciousness, when we contemplate the real divine consciousness, free and positive, of this Creation and its laws, at the same time we are creating the life patterns of this New Creation.
As our body as soon ingests food begins a process that will lead to create energy in the mind and limbs. Contemplation and awareness of divine nature and power is the food and the energy of Rastafari life. This pure and direct energy is the basis of the New Creation that I n I Rastafari proclaim.
I n I in reverence and thanksgiving must recognize the power of tradition and immerse I n I  in it to not loose direction.
The tradition is what generated I n I , and I n I must continue this process generating tradition.
The elders have taught I n I and still continues to instruct although they have become ancestors. They dwell in eternal life, and they won the limits of space and time being present wherever each of us keep them alive.
Keeping tradition alive requires its study and to become part of it.
It requires sacrifice to sit hours before the elders and absorb their teachings as if it was the only glass of water you have available after a long journey through the desert.
Life and salvation, life chances and redemption.
In the tradition I n I find nourishment but also refuge from the dangers inside and outside of us. Immersing in the Nyah Binghi Livity we protect ourselves and our loved ones as well as at the same time we bring positive energy and life force in this creation.
We accomplish our sacred, unique and profound mission as human beings. I n I quench the sense of thirst that sometimes seems unquenchable, we find our center rooted in the ground and become ready to welcome the next guest at the table of life, with joy and thanksgiving.

I n I  reborn and find strength in the Nyah Binghi consciousness , I n I raise the universal chant of the free man... free to be and to act according to its maximum potential in harmony with the ancient order of the original Livity.
Selah


Il premio è la vita



Hail His Imperial Majesty Mighty King of this Creation.

Sabbatical Ises nella Casa del Padre, dove i misteri vengono rivelati a coloro che diventano come infanti e lattanti, dove la terra e i cieli diventano nuovi e rinnovati secondo la grazia spirituale che Lui infonde, dove non esiste più notte né sonno ma è vita risvegliata senza fine.

Quanti continuano a chiedere segni dal cielo, quante persone oggigiorno rimangono nel cinismo e ristagnano nella tristezza, quanti continuano ad uscire di casa al mattino in attesa di una svolta nelle loro vite. Quanti tentano il Creato ed il Creatore chiedendo miracoli ma allo stesso tempo negandosi di vivere nella pienezza?
Ogni generazione porta con sé la sua afflizione ed ogni epoca la sua malattia, è parte della natura di questa umanità così come i malanni sono parte della vita dell’uomo. Ma tutto è per un motivo e tutto esiste per una ragione specifica in questa esistenza..e soprattutto tutto volge verso un fine positivo, forse lontano, forse difficile da raggiungere ma sicuramente benevolo.
in questi giorni di Armagideon possiamo infatti osservare le popolazioni afflitte dall’ apatia e dall’incertezza. Il relativismo è uno dei cancri di quest’ epoca moderna perché le nazioni non hanno seguito l’imperativo di Paolo che duemila anni fa ci comandava di non conformarci a questo secolo.
Ebbene quale bene può ottenere l’uomo se guadagna il mondo ma perde la sua anima?
 
Molti sembrano non capire ciò che Ian’I Nyah Binghi Rastafari grida da tempo, ovvero che inferno e paradiso possono essere qui su questa terra, intorno a noi ma prima ancora dentro di noi.
L’unico modo per scegliere se dirigerci verso uno o verso l’altro è la nostra condotta, intesa come condotta di azioni ma anche di pensieri ed emozioni. 

Nella Livity Rastafari Ian’I ha ricevuto una messaggio che ha scosso la Creazione e fatto tremare i potenti: il Regno di Dio è qui e ora, dentro di noi e intorno a noi.
Senza apologie né compromessi i nostri onorevoli Patriarchi, ispirati dalla persona divina di Sua Maestà Imperiale, ci hanno trasmesso una via di vita che è la possibilità di salvezza in questo tempo, è la strada verso la redenzione dai lacci che ci attanagliano e ci impediscono di respirare, è la ricompensa che aspettavamo per aver tenuto duro durante le prove e tribolazioni, è il calore che ci meritiamo dopo aver dimorato nel freddo, è il premio che i profeti del passato annunciavano alle genti. Questo premio non è oro né argento , non sono diamanti né titoli, non sono possedimenti né conti in banca.

Il premio è la vita.

Proprio questa stessa vita in cui tutti esistono ma solo pochi vivono.
Come può essere questa vita essere il premio della vita?
Perché nella Livity Rastafari viviamo nella consapevolezza e nella presenza. Nella Livity Rastafari smettiamo di vivere soltanto come noi stessi ma incominciamo a vivere come Ian’I, ovvero come divino ed umano insieme, non vediamo più questo mondo con gli occhi degli uomini soltanto ma lo osserviamo con gli occhi del Creatore, non parliamo più al nostro prossimo solo con la nostra voce ma preghiamo affinchè l’Altissimo possa parlare con noi e attraverso noi, non ascoltiamo più con soltanto le nostre orecchie ma prestiamo attenzione perchè da ogni cosa possiamo cogliere l’insegnamento che il Padre ci affida e che l’Universo ci trasmette.

Questa è la Christ Consciousness.
Questo è ciò che ci ha manifestato Yasos Krestos duemila anni fa insegnandoci che il Regno dei Cieli è qui tra noi, questo è ciò che Egli stesso tornando con il nome santo di Haile Selassie Primo ci ha mostrato costruendo l’Etiipia giorno dopo giorno ad esempio del regno di Dio che noi umanità dobbiamo costruire quotidianamente.
Non ci aveva infatti detto nelle pagine del Vangelo: “In verità vi dico: voi che mi avete seguito, nella nuova creazione, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele.” (Mt 19,28)?
 Ecco che Ian’I siamo la generazione che ha seguito il Messia nella nuova Creazione e abbiamo ricevuto la notizia che Egli ora è tornato e siede sul trono… non avremmo mai potuto immaginare tale cosa!
Ecco che allora ora spetta a noi pulire le nostre vesti per poter salire a sedere sui dodici troni e giudicare la dodici tribù. Questi troni sono i nostri regni ovvero le nostre vite, a livello universale ma prima ancora individuale,  le dodici tribù sono le popolazioni della terra ma prima ancora le nostre persone.

Quindi significa che soltanto seguendo il Messia possiamo salire al trono ovvero vivere bene e nella pienezza di questa vita, ottenendo il massimo che la nostra esistenza può offrirci, puntare all’ottimizzazione delle nostre facoltà. Per vivere pienamente dobbiamo fare tutto nel Creatore e per mezzo del Creatore, proprio come Egli creò questo mondo per mezzo del Verbo, Ian’I deve creare la nostra esistenza per mezzo del Black Christ in flesh Haile Selassie The First.
Ian’I quindi ricomincia in ciclo della vita in Haile Selassie the First, Ian’I rinasce in Sua Maestà, ricresce in Sua Maestà, diventa bambino in Sua Maestà, poi quando il tempo è giusto Ian’I diventa adulto in Sua Maestà per dimorare il Lui e per mezzo di Lui nell’ eternità dei giorni proprio perché il dono di Haile Selassie è la vita eterna e le Scritture ci dicono chiaramente che la morte non è parte della vita, ma Dio creò la vita eterna mentre gli uomini crearono la morte (Sap 1-12).

Ecco quindi che soltanto attraverso la vita possiamo ottenere la vita, attraverso la condotta possiamo ottenere il premio, potando i rami secchi ne faremo germogliare di nuovi, soltanto rinunciando possiamo ricevere di più proprio come la wisemind delle Scritture ci insegna continuando nel passo che dice: “ Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno gli ultimi e gli ultimi saranno i primi”: (Mt 19,29).
Ecco la grande luce, ecco il grande insegnamento!
Rinunciando otteniamo, lasciando andare guadagniamo. Ovvio che questo non significa che dobbiamo letteralmente abbandonare i nostri figli né nostra madre (.. anche se spesso Ian’I è portato a dover anche lasciare in nostri genitori a causa della fede Rastafari) ma dobbiamo rinunciare al  vecchio modo di guardare la nostra casa, i nostri familiari, i nostri averi, dobbiamo ripulire le nostre vite dai vecchi parametri e verniciarle nel colore fresco e gioioso dell’Almighty, dobbiamo rinunciare agli occhi del mondo per guadagnare quelli di Dio, dobbiamo osservare ciò che abbiamo nella consapevolezza che è un dono e che è la nostra strada verso Zion.

Dobbiamo essere capaci di usare ciò che questa vita ci offre per trasformare questa stessa nel Regno di Dio. Ecco perché nella tradizione  Ian’I ha imparato a chiamare il Regno (Kingdom) con il nome di Kingman proprio perché la manifestazione del regno di Dio è arrivata attraverso un Uomo ( Haile Selassie, il Cristo nei caratteri regali) e per mezzo di un uomo (noi stessi) si manifesta.
O quale grande gioia! Potere ricevere l’opportunità di vivere secondo la strada di Rastafari per santificare le nostre vite e questa Creazione!
Ecco perché spesso tra fratelli ci chiamiamo kingman, o chiamiamo le nostre sorelle empress, perché ogni Rastafari è sovrano o sovrana, re o regina e porta con sé il governo del Regno di Dio che è la vita su questa terra vissuta nella consapevolezza che Dio è nell’uomo e che l’uomo può fare esperienza di Dio.

Quando questo accade ogni aspetto dell’esistenza umana è vissuta da uomo e Dio insieme, l’uomo estende le sue facoltà oltre i suoi vecchi limiti, il pensiero diventa pensiero di Dio e le azioni diventano azioni di Dio, la Creazione risplende di luce ed attraverso la Sua luce Ian’I inizia a brillare di luce, ecco che Ian’I diventiamo il suo Regno-Kingman.

Consacriamo quindi le nostre vite sempre di più, puliamo la polvere e lucidiamo la nostra vista, il momento è adesso e la Crezione non può più attendere, usciamo in strada nella gioia di poter proclamare il Great and Thundarable I …Hail HIM high … Haile Selassie the First!!
Selah