Ises His Imperial Majesty Emperor Haile Selassie the First,
Creatore del cielo e della terra, Colui che ha camminato sulla terra per donare
dignità a questa, Colui che ha parlato da uomo per dare dignità e valore alla parola
umana, Colui che ha osservato il mondo e donato a noi razza umana il suo
sguardo.
Ed ora attraverso i Suoi occhi Ian’I può osservare questa
Creazione e rimediare e correggere ciò
che c’è di sbagliato nelle vie dell’uomo.
Molti passano per questa vita come spettatori o senza sapere
bene cosa fare, alcuni anche iniziano ad interrogarsi ma poi vengono presi dal
timore di rispondere in quanto la risposta è una presa di posizione.
Ecco Ian’I
Rastafari è presente su questa terra come popolo con un compito.
Il lavoro di Ian’I è quello di collaborare con il Creatore
nel governo vitale di questa esistenza.
A sentire ciò, alcuni ci criticheranno dicendo che abbiamo
manie di grandezza o siamo esaltati, ebbene fatemi dire che chi attacca e
critica ogni iniziativa spirituale genuina e positiva è soltanto perché teme di
non riuscire lui stesso a raggiungerla..sorridiamo pensando che spesso il
sensore dei propri limiti è ciò che produce diffidenza e attacco verso l’altro,
la conoscenza popolare ci parla della volpe e l’uva..chi sa intenderà.
Nella Livity Rastafari la responsabilità non è poca e la
strada è stretta e rocciosa, Ian’I allora deve guardare continuamente dentro
noi stessi per ricercare quella saggezza/wisemind che Ian’I possiede da
generazioni e da generazioni.
Infatti se ci sintonizziamo sulle frequenze
spirituali che non hanno tempo né luogo allora scopriremo di avere un
patrimonio di conoscenza e wisemind che va prima della nostra nascita e prima
dei nostri genitori. Ian’I affonda le radici in un tesoro di esperienza che è
innato a questo universo e che è costantemente accessibile e rivelato, questa
ricchezza è ciò che rende la nostra Livity un’esperienza di gioia e
risurrezione nonostante le difficoltà delle vita in babylon.
Questa è la grande chiave.
Ciò che culti e religioni hanno perduto conformandosi a
questo secolo.
L’esperienza spirituale deve essere fonte di gioia e
ricarica.
Essa è la gioia della resurrezione che la generazione dell’uomo porta
con sé sin dalla creazione. Questa esperienza è il nocciolo di tutte le
Scritture nella loro estensione, dalla Genesi alla Rivelazione.
La gioia della
resurrezione non sono belle parole né tantomeno un’immagine poetica, sebbene
contenga in sé bellezza e poesia, ma essa è pura e visibile realtà.
Questa gioia proviene dall’esperienza, così come dalla
vittoria su se stessi e sul mondo.
Ricordiamoci che la prima sfida avviene sempre dentro di Ian’I
e la difficoltà più grande si trova dentro di noi, così come la gioia più
grande dimora nello stesso luogo. Ian’I vedrà difficoltà e tribolazioni lungo
questo cammino perché la Livity non è per tutti, essa non sarà mai il modo di
vivere di tutta l’umanità ma resterà sempre l’esperienza di vita di una porzione
con un compito ben preciso.
Dobbiamo però sapere che ogni tribolazione può essere
superata e ogni nemico può essere sconfitto se dimoriamo nella Livity
consapevole.
Infatti il messaggio di Ian’I è guardare dentro di noi e trovare
la forza più grande che abbiamo mai provato, scavare a fondo per scoprire quanto
estesa ed infinita sia la nostra persona, quanto potente sia la nostra
potenzialità se siamo in contatto e comunione con il Creatore secondo la Livity
Rastafari. Questo ci renderà più umili e se saremo saggi non ci inorgoglirà,
anzi ci farà comprendere quanto sia importante vedere ed accettare i propri
limiti prima di poterli superare.
Il messaggio che Rastafari grida al mondo è “abbi
fiducia”, never give up.
Questo essere confidenti deriva dal fatto che Ian’I sa,
e non crede, che il male viene sconfitto dal bene, di questo Ian’I Rastafari fa
esperienza dal giorno che la prima persona ha dichiarato che Haile Selassie è
divino.
Lì è incominciata la prova ma anche la gioia, lì ha avuto inizio il
conflitto ma anche la pace più grande, quello è stato il momento in cui la
gelosia presente in questo mondo ha schierato i suoi soldati contro Ian’I
Rasta, ma è stato anche il momento in cui, grazie alla Rivelazione del King of Kings, l’umanità ha avuto accesso alla camera
più profonda e nascosta dell’ esperienza, quella in cui l’uomo dimora con il
Creatore Vittorioso.
Non a caso His Majesty è il Leone “Conquistatore” della
Tribù di Judah ed apre i sette sigilli della redenzione… non certo per tenere l’uomo
in schiavitù o sconfitta! Piuttosto per far sì che le creature possano
camminare libere tra le strade della Creazione e soprattutto pronte e preparate
ad ogni evenienza che la vita propone, sapendo che Ian’I può sempre accedere a
quella “camera dell’esperienza” e lì trovare forza e coraggio, lì possiamo recuperare
le nostre energie quando la prova ci ha stancato, quando il mondo (dentro e
fuori di noi) ci ha succhiato così tanta linfa vitale al fine di farci perdere
la speranza, è in quel momento che Ian’I sorride perché “la vittoria è sicura”
e non è stata una persona qualsiasi a rivelarcelo bensì il King of all Kings,
the Defender of the faith, Colui che non aspettava che gli eventi avvenissero
ma li plasmava.
Ecco accettiamo i nostri limiti, le nostre imperfezioni e le
nostre difficoltà e quando esse sembrano insostenibili e sono dolorose, allora abbiamo
due scelte: o restare sotto il peso e sopperire all’angoscia e alla sfiducia o
entrare nella camera dell’esperienza.
La prima scelta ci porterà in un circolo di dolore, stanchezza,
diffidenza ed abbandono che se prolungati portano alla sfiducia e all’essiccamento.
La seconda scelta invece ci porta ad entrare nel luogo in cui ci si ricarica,
in cui dimora l’ottimismo della realtà benevola e positiva, in cui il King è Padre,
Maestro, Esempio, Consolatore, Consigliere rassicurante, e i nostri anziani
sono colonne che sorreggono questa creazione che altrimenti forse sarebbe già
decaduta da tempo, qui facciamo esperienza (e non sappiamo) che in Rastafari
tutto è possibile, qui i limiti e le paure si sciolgono come neve al sole, qui
la nostra persona diventa infinita, sempre nata, sempre presente, sempre
capace, in quanto sempre esistente nel King.
In questo luogo facciamo
esperienza della vittoria e così siamo capaci poi di vincere poi nei
fatti quotidiani della realtà fisica e materiale o spirituale ed emotiva.
Nella
camera dell’esperienza proviamo e viviamo quella fragranza che produce la
forza, e così poi, nelle prove quotidiane saremo in grado di rievocare quell’esperienza
e quello ci darà forza e la gioia di continuare e tenere duro, di non mollare ma
essere “irreprensibili e semplici” come ci dice l’Apostolo (Fil 2,14), “fare
tutto senza mormorazioni e senza critiche” ma attingendo dalla fonte di forza
che la presenza di His Majesty ci offre e che la Livity Rastafari ci consolida nella
vita.
Attraversiamo quindi i nostri problemi e affrontiamoli
secondo la Livity e non secondo l’apatia e rassegnazione che babylon manifesta perché
quella è la strada della sconfitta e del sonno.
Ian’I invece è la generazione del risveglio e della fiducia,
Ian’I siamo coloro che quando chiudiamo gli occhi continuiamo a vedere e che ci
muoviamo anche stando fermi, in quanto siamo figli dell’Altissimo che plasma gli
eventi e non aspetta che accadano. Colui che una volta scese agli inferi ma
essi non ebbero potere su di Lui che invece liberò le anime dei sofferenti
spezzando le catene dell’inferno, Colui che ritornato come Re dei Re fece
esperienza dell’inferno fascista e lo spezzò divenendo Egli stesso il
Consolatore a cui l’Umanità accorse e tutt’ora rimane seduto sul Suo Trono lì... nella
camera dell’esperienza dove Ian’I può incontrarlo ogni volta ne abbiamo bisogno
per superare noi stessi in Lui, per divenire qualcosa che non siamo mai stati,
per non cedere all’avvilimento ma restare nel rendimento di grazie del calice
della vita.
Selah