Guardiamo fuori
dalla finestra e vediamo una stagione che si rinnova, un nuovo inizio che colora
i paesaggi di sfumature calde e confortanti che annunciano che il freddo è
ormai passato.
La I-ration
(Creazione) si rigenera in un canto nuovo così pieno di calore che invita gli
esseri viventi ad uscire dalle loro tane, ad amarsi e a riprodursi come se la
vita stesse per iniziare proprio ora.
I Salmi
descrivono in modo meraviglioso questo rinnovamento stagionale e lo
attribuiscono al “soffio di Dio” che ha la capacità di rendere tutto nuovo.
(Sal. 104,30).
È come se
questo mondo fosse nuovo ma allo stesso tempo sempre esistito.
Respirando
le prime ventate di aria più calda e profumata di clorofilla, Ian’I medita
sulla Livity Rastafari e la sua essenza, questa esperienza di vita in comunione
con il Creatore e la forza vitale che permea questa Creazione.
Rastafari è una
novità ma allo stesso tempo una via di vita antica ed originale.
Incontro di
passato e futuro nell’esperienza presente, un miracolo di vita, un segno senza
tempo che profuma sempre di nuovo.
Questo modo
di vivere infatti esisteva prima di me e di tutti noi, prima ancora degli
apostoli che credettero “vedendo veramente” e divennero pescatori di anime,
prima dei profeti che venivano svegliati di notte dalla voce del Creatore che a
loro parlava, prima ancora dei grandi re che difendevano l’Arca, prima di
Davide che era così piccolo per pascolare il gregge di suo padre che venne
scelto come il più grande per amministrare l’eterno gregge del vero Padre
celeste, prima ancora delle Dodici Tribù d’Israele che mangiavano il grano promesso
prima del grande esodo.
Questa
Livity era presente quando il vecchio Giacobbe che aveva addirittura combattuto
con Dio, prima di morire benedisse ciascuno dei figli e “si prostrò, appoggiandosi
sull’estremità del bastone” (Eb 11,21).
Ecco quel
bastone era il Cristo, la via del Christ-Man, ovvero la Livity Rastafari.
Bastone perché
sorregge il peso del corpo durante la marcia così come la Livity sostiene l’essere
umano nel suo percorso vitale ed esistenziale.
Con il
bastone infatti puoi indicare la direzione puntando lontano così come la Livity
è il nostro strumento per indicare a noi stessi e agli altri la strada da
seguire per giungere alla felicità del cuore e il benessere del corpo.
Se osserviamo
attentamente, vediamo che un anziano non lascia mai il suo bastone, lo appoggia
accanto al suo letto prima di dormire e lo riprende al momento del risveglio,
così la Livity Rastafari che resta sempre con Ian’I in ogni momento della
nostra giornata, costante compagna di questo lungo e dolce viaggio.
Con il
bastone si scacciano animali che ci assalgono o si scostano i rovi che ci
impediscono il passaggio lungo il nostro sentiero, ecco che con la Livity scostiamo
la sofferenza e le trappole della vita umana e scacciamo gli ostacoli e gli
intralci che vorrebbero farci arrestare lungo il nostro percorso di liberazione
e di realizzazione.
E se in effetti
ci pensiamo, in questo mondo odierno, iper-tecnologico e semi robotizzato,
vediamo ancora anziani usare un semplice bastone di legno così come avrebbero
fatto ai tempi di Noè o dei grandi Patriarchi antichi.
Uno
strumento senza tempo che continua a svolgere la sua funzione senza curarsi di
epoche e generazioni che passano.
Allo stesso
modo sopravvive la Livity Rastafari, via di vita antica ed originale che si può
applicare perfettamente a qualsiasi era o contesto sociale. Perché essa è
antica ma sempre nuova.
Come la
Primavera rinnova il manto dei campi senza tempo facendoli sembrare ogni volta
giovani, così la Livity rinfresca l’animo e il cuore dell’uomo che resta perenne
ragazzino di fronte alla grandezza della vita e alla bellezza della Creazione.
Quando custodiamo
dentro di Ian’I la
persona di His Imperial Majesty e la Sua potenza rinnovatrice allora facciamo
realmente esperienza della Nuova Creazione e apriamo la strada nel deserto del
nostro cuore indurito da babylon e dalla solitudine di un mondo scettico e spiritualmente
dormiente.
È proprio
questa “strada nel deserto” ( Is 43,19) che è il nuovo cammino in cui verremo
ricondotti a “casa” dai prodigi dell’Onnipotente che ci renderà parte di un
regno antico ma sempre nuovo di cui Egli stesso è sovrano così come oramai è “sovrano
su tutti i popoli” (Is 45, 14-17).
Questa è una
nuova realtà, un nuovo giorno, una nuova vita che deve essere celebrata, come
dicono le antiche profezie, con un canto nuovo (Is 42,10: Sal 149,1) ed ecco perché,
non a caso, Ian’I Rastafari ha invaso il mondo con il ritmo Nyah Binghi e la
musica Reggae che sono la colonna sonora globale di questa nuova umanità che “tutto
il mondo intona”, proprio a conferma dei passi biblici (Sal 96,1).
E noi,
piccoli partecipanti di questo rinnovamento possiamo ora finalmente camminare
liberi e guardare lontano facendo cadere il peso che ci impediva di essere
leggeri perché ci è stata data un’opportunità per vedere tutte le cose
rinnovate.
Chi ha corso
per una vita intera può finalmente riposarsi, colui che ha faticato invano
cercando la strada di casa ora è finalmente tornato al suo cancello, chi era
triste e depresso e si era appassito sul ramo, ora è tornato un frutto fresco
capace nuovamente di vedere il semplice e fresco mistero dell’esistenza.