Così come un
carro alleggerito dal peso andrà più veloce ed eviterà di affondare nel fango,
così la nostra persona ripulita da negatività ed emozioni dolorose potrà
camminare più libera verso la liberazione.
Rinunciare
significa accogliere.
Nel momento
in cui noi rinunciamo a seguire un determinato pensiero negativo o uno stato d’animo
doloroso allora accogliamo il bene di questa Creazione e facciamo la volontà di
Dio.
Così facendo
liberiamo noi stessi e liberiamo il mondo di conseguenza, ecco ciò che
Rastafari intende quando diciamo che il destino del mondo è nelle nostre mani.
Rinunciare
non è un atto di privazione ma di arricchimento, soltanto uno stolto vorrebbe
tenere con sé ciò che in realtà gli fa del male. Il problema è che la maggior parte
delle volte non riusciamo a distinguere ciò che ci nuoce realmente perché tendiamo
a vedere solamente il sintomo e non riusciamo ad andare in profondità per poter
capire quale sia la vera radice del nostro malessere, quale sia l’ostacolo che
ci impedisce di poter essere chi realmente siamo.
Ecco che la
Livity Rastafari ci insegna a fermarci, osservare e semplificare.
Calmare il
corpo, calmare poi la mente e apire il cuore in umiltà sono i primi passi per
poter scendere in noi stessi e osservare ciò che dimora nel nostro cuore e
nella nostra mente.
In Rastafari
impariamo “cut and clear” ovvero ad esaminare con occhi chirurgici le nostre
vite e a rimuovere con il bisturi della Livity la malattia e a pulire poi la
ferita con l’unguento dello Spirito. Quando scendiamo in noi stessi e
osserviamo la nostra esistenza sicuramente troveremo qualcosa che non ci piace.
Molti a questo punto rimangono scoraggiati e in preda alla confusione dei
pensieri e delle emozioni, rinunciano al “santo viaggio” avviliti da quanto
sporco vedono da dover ripulire.
È comprensibile,
il cut and clear richiede tanto coraggio, perché si tratta di incidere e rimuovere
le parti brutte di noi e di conseguenza avvertiamo inizialmente un sentimento
di incertezza, o alcuni sono così accecati dall’ego che ritengono che rinunciare
a qualcosa di loro stessi, sebbene si tratti di qualcosa di negativo, sia una
sorta di perdita e di sconfitta o di privazione della loro persona. Queste persone
vedono il rinunciare come una debolezza, mentre in realtà agiscono così perchè,
spaventati dall’entità del lavoro, non riescono a trovare la forza per “operare”.
In verità l’attività
di ripulire noi stessi dalle infermità spirituali e dai limiti mentali è un’attività
che ci porta un enorme senso di liberazione, di sincerità verso noi stessi e
verso il mondo e ci porta a pensare in maniera più lucida e limpida.Ecco perché
la rinuncia è arricchimento.
Questo gesto
porta la nostra persona al centro della nostra esistenza e non più su un lato
come eravamo prima quando aspettavamo che qualcuno o qualcosa facesse per noi
il cambiamento che soltanto noi possiamo fare.
In Rastafari
percorriamo una strada spirituale attiva e presente. Credere in Dio per noi non
è avere un babysittter a cui rimettere gli sforzi che invece noi dobbiamo
compiere. Al contrario Rastafari è una via di vita spirituale in cui il fedele
lavora insieme a Dio verso la sua liberazione e verso il miglioramento di
questa Creazione. Il Re dei Re non è un burattinaio che muove i fili dall’alto
del teatrino di questa vita, piuttosto Egli è un “coach”, un allenatore che
dalla sua esperienza ti mostra cosa e come cambiare nella nostra vita così da
poter raggiungere prestazioni migliori. Come ogni atleta che voglia raggiungere
un buon risultato, così noi dobbiamo essere disciplinati e motivati a
percorrere questa strada con impegno e soprattutto con felicità.
Un forte
elemento della rinuncia è infatti il senso di soddisfazione che da essa
proviene, e sappiamo bene che la soddisfazione è uno degli elementi della
felicità. Una persona infatti per essere felice deve essere in salute nel corpo
e nello spirito e ovviamente per raggiungere questa salute dobbiamo praticare
le rinuncia.
Così come
rinunciamo a cibo corrotto e a sostanze intossicanti allo steso modo dobbiamo
individuare e rinunciare alle afflizioni della nostra vita, riconoscendole e
lasciandole andare come quando siamo a dieta rinunciamo a determinati cibi che
potrebbero farci male.
Seguendo la
sacra via della Livity Rastafari noi riceviamo un “libro di istruzioni” per individuare
e poi rimuovere ciò che è negativo dentro e fuori di noi. Tutto ciò avviene soltanto
vivendo la Livity, non pensando di aver capito di cosa si tratti.
L’unico modo
per vivere bene è vivere consapevolmente.
Così come
con il ferro affiliamo il ferro così usiamo la vita per migliorare la vita.
La strada
Rastafari è una via di ispezione, in cui osserviamo tutto ciò che ci passa
vicino, dentro e fuori di noi, analizziamo consapevolmente le vicende e i
fenomeni, studiamo questa esistenza e i suoi risvolti perché lasciamo che la vita
ci insegni a vivere.
Guardiamo
dentro di noi per le risposte, e le troviamo.
Quando le
troviamo allora tagliamo ciò che non ci piace e puliamo la ferita, forse un po'
doloroso al momento ma ne trarremo giovamento per il resto dei nostri giorni. Non
esiste infatti nessun libro che parli nello specifico di noi stessi e che ci
possa insegnare a vivere, dobbiamo quindi utilizzare la vita come libro di
apprendimento, seguire le istruzioni del cuore e risanare la nostra persona
verso la soddisfazione, la felicità e la leggerezza.