Nel cuore e
nell’ animo dei profeti bruciava un fuoco ardente proprio come quello che Mosè
vide dinanzi a sé quando ricevette la rivelazione del Creatore sul Monte Horeb.
Un fuoco che
arde ma non distrugge, proprio come la Livity Rastafari che scalda e genera
energia ma non distrugge e non consuma.
Essa è un
fuoco generatore. Essa è un fuoco che produce fuoco, che fa crescere e
costruisce.
Questo fuoco
non divora e non uccide ma purifica, proprio come lo stesso Mosè che era
presente dinanzi alla montagna fumante del Sinai sotto il fuoco che l’avvolgeva
senza essere distrutta. E proprio dinanzi a quella montagna che il popolo tremava
mentre Mosè era invece chiamato a salire presso il Signore che si rivelava
nella nube.
Questo fuoco
è la Livity Rastafari che porta il Rastaman a compiere il primo passo verso la
salita di quella montagna dove incontrerà Dio.
Questo monte
sono le altezze del suo spirito che risiedono nella profondità della sua
persona e per compiere questo percorso egli necessita di purificazione, di
essere provato con il fuoco della Livity Rastafari che ripulisce il nostro modo
di vivere portandolo dallo stato di comune esistenza a quello di vita benedetta
e consapevole in comunione con il Creatore.
Ecco come il
metallo che non è ancora totalmente puro deve essere scaldato ad un’alta
temperatura così da perdere le impurità e mantenere soltanto la sua parte più
nobile, allo stesso modo colui che cammina nella strada della Livity Rastafari
viene forgiato dal fuoco della fede e della consapevolezza affinchè possa egli
perdere quelle parti della sua persona che lo appesantiscono e possa giungere
ad un livello di purezza più consono alla strada della Liberazione.
Questa
Livity Rastafari che Ian’I vive e pratica in quest’epoca, vive dall’inizio dei
tempi.
Essa era
presente in Salomone quando decise di chiedere al Signore saggezza e scienza
per governare il popolo invece di oro e ricchezze.
Il Signore
all’udire quelle parole fu colpito dall’umiltà e dalla profondità di spirito di
Salomone al punto tale che concesse lui anche oro, beni e ricchezze oltre alla
saggezza che il re aveva domandato.
È la Livity
Rastafari che era presente nello spirito di quel grande re mentre estendeva
quella richiesta. Questa Livity che professa che la saggezza è meglio dell’oro
e dell’argento e che pone l’essere umano in una condizione di poter vivere e
godere delle ricchezze spirituali di questa esistenza concedendo ai beni
materiali il loro posto senza farsi sopraffare da essi o dal desiderio di essi.
Questa
Livity Rastafari che ci dice che “le labbra del giusto nutriscono molti, gli
stolti muoiono in miseria” (Prv 10,21) e che porta il Rastaman a vivere come
una persona antica nello spirito ma moderna nell’intelletto.
Questa
Livity che ci porta a contemplare le porte della nostra consapevolezza rimanendo
a lungo seduti presso di esse per studiare i movimenti del nostro animo e
imparando a comprendere chi sia realmente l’uomo per poter ammirare chi sia
realmente il Creatore. Una pratica ed un esercizio costante che ci istruisce consentendoci
di misurare ciò che realmente importa in questa vita e a saper gustare i frutti
dello spirito piuttosto che affondare nel cieco materialismo.
Questa
Livity Rastafari che ci dice che ogni quesito dell’essere umano trova risposta
nell’essere umano, che proprio quando l’uomo pensa di essere limitato ed
inconsapevole allora inizia il cammino verso la saggezza e la ricchezza spirituale
che ci consente di accrescere il nostro tesoro esistenziale diventando re del
nostro destino e maestri della nostra vita.
Questa
Livity Rastafari che viveva già sulle labbra dei saggi dell’antichità quando
esprimevano in proverbi e libri sapienziali la strada del fedele di Dio.
Essa era
presente e si esprimeva nelle profondità di spirito del Siracide che già tra il
terzo e secondo secolo a.C. istruiva molti nella sua scuola chiamata “La Casa
della Ricerca” lungo le mura di Gerusalemme.
Egli che ci
ricorda che “ogni sapienza viene dal Signore” (Sir 1) e che “prima di ogni cosa
fu creata la Sapienza” (Sir 1,4).
Ecco questa
sapienza e conoscenza, questa profonda consapevolezza che vive in questo
universo e che infonde profondità e compassione nello spirito umano, essa è un
componente fondamentale della Livity Rastafari in cui il Rastaman smette di
vivere come singolo uomo ma diventa un tutt’uno con il Creatore ed inizia a
pensare e a parlare con la Sua mente e la Sua bocca proprio perché egli è
dimora e strumento di Dio allo stesso tempo.
Siracide è
il Rastaman che non vive soltanto di sorda preghiera ripetuta meccanicamente ma
usa la fede per comprendere il significato profondo di quest’esistenza, delle
fasi della vita e dei moti dell’animo umano.
In Rastafari
la Livity è domanda e risposta, analisi e comprensione, una dimensione in cui l’uomo
chiede e il Padre risponde sia nell’intimo dello spirito che nelle vicende
della vita, proprio perché questa Livity è manifestazione nella realtà della
presenza del Creatore. Siracide è il
Rastaman che penetra nella profondità della psicologia umana e tra i suoi diversi
aspetti scorge un filo conduttore che è la comunione con questo Spirito antico
ed originario al quale dobbiamo accostarci e con il quale dobbiamo accordarci
proprio come uno strumento. Questo avviene al fine di poter vivere in Esso che
è lo Spirito del Divino che da sempre permea questo universo.
Ecco che
tramite l’indagine e la meditazione il Rastaman, proprio come il Siracide,
giunge a capire che la strada di Dio non può essere soltanto una serie di
regole da seguire e lodi da recitare ma esiste un livello più profondo, più
completo in cui tutti gli aspetti dell’esistenza possono essere letti e
compresi nella luce della presenza di Dio nell’uomo.
Psicologia,
emotività, amore, odio, benessere e sofferenza hanno tutti un motivo nella
dimensione divina dell’umanità, ed ecco che attraverso la luce della Livity
Rastafari noi riusciamo a comprendere la legge senza tempo della causa-effetto
che così profondamente vive nelle dinamiche delle nostre vite.
Nella Livity
Rastafari impariamo a capire che non esiste un aspetto della nostra esistenza
in cui non sia presente il Creatore, e che ogni occasione delle nostre vite è
una potenziale possibilità di risveglio e crescita spirituale.
Anche l’errore
ha il suo senso, anche il male può essere un libro su cui imparare la strada
del bene, ogni cosa ha in sé il principio della trasformazione da negativo a
positivo ed è questa pratica antica che vive ancora oggi nella tradizione
Rastafari.
Ecco perché la
Livity era presente nelle meditazioni degli autori dei libri sapienziali, perché
essi insegnavano a manifestare la fede attraverso la condotta così da vivere
costantemente in una grazia spirituale che si riflette nelle azioni rette e
giuste.
Proprio come
il Rastaman che con l’insegnamento di essere Creatori della Creazione predica
una vita spirituale attiva e presente nella realtà, al fine di trasformare
questa nel regno di Dio e decorare questa esistenza della rettitudine che ricopre
la terra come le acque ricoprono il mare.
Questa Livity
che ci rende infiniti, senza limitazioni, oltre noi stessi ma ben radicati in
noi stessi.
Cresciamo
per diventare interpreti di un disegno superiore a noi ma che include e che
necessita di noi per manifestarsi nella sua bellezza e nella sua grandezza.
Questa Livity
Rastafari che vive da sempre ma che ha scelto gli ultimi di questa Terra per
manifestarsi e per dimostrare al mondo che anche il popolo più piccolo può
moltiplicarsi e diventare infinito come la sabbia del mare se vive secondo lo
Spirito dell’Onnipotente.
Ecco che Ian’I
Rastafari vive prima e dopo questo corpo, prima della nascita e oltre la morte,
prima del dolore e di qualsiasi altra emozione negativa che affligge il cuore
dell’essere umano, perché tutto trova il suo senso al cospetto del Creatore e
della moltitudine dei suoi disegni e piani.
Dalle
altezze del nostro spirito Ian’I impara ad osservare queste emozioni e questi
aspetti della nostra personalità e vede che sono come le colline che si
susseguono in successione quando osserviamo un paesaggio da un’altura. Essi
sono dei livelli di comprensione e di esperienza che impariamo ad esplorare e
poi gestire nella Livity Rastafari conoscendo meglio noi stessi ed imparando a
conoscere tutti gli esseri umani usando la via spirituale come un dizionario
con cui tradurre ed interpretare i vari aspetti di questa umanità.