La Livity Rastafari è nata prima del 1930.
Essa era infatti presente nel profondo dello spirito del
primo uomo che apparve su questa terra.
Essa era insita nell’animo di generazioni di esseri umani
che hanno camminato le vie del mondo evolvendo il sapere e la spiritualità
umana. La Livity Rastafari era presente nei maestri spirituali anche di altre
correnti religiose e scuole di pensiero, essa ha pervaso questa Creazione sin
dal momento che il Creatore infuse il Suo Spirito nel corpo dell’essere umano.
La Livity Rastafari ha attraversato l’antico Israele, essa è
stata embrionalmente la spinta che ha portato Mosè a spezzare le catene
d’Egitto ed incamminarsi verso la liberazione, ha donato a lui la forza di
vedere un nuovo giorno da uomo libero in un popolo libero. La Livity Rastafari
ha percorso il deserto nei cuori stanchi di coloro che cercavano un posto in
cui poter finalmente risposare, nella loro sete e nella loro fame, nelle loro
prove, nelle loro debolezze e nel loro coraggio. Questo affinchè si sapesse che
dal deserto può sgorgare acqua e dal cielo può cadere cibo.
Ecco tutto ciò era un preludio di quella che sarebbe stata
la via del Rastafari in quest’epoca, egli che si disseta di un’acqua spirituale
nel deserto di una moderna Babilonia e che si nutre del cibo che dai cieli
della sua percezione egli raccoglie.
La Livity Rastafari fu ciò che gli ebrei videro brillare sul
volto di Mosè quando stanco e provato egli scendeva dal Monte Sinai subito dopo
aver incontrato e dialogato con il Signore del Cielo e della Terra.
Essa era presente nei suoi occhi e nel lucido riflesso sulla
sua fronte, essa era una luce nuova che gli uomini non avevano mai visto prima
e che temevano in quanto cosa troppo grande per loro da accettare.
Ecco essa era il segno di un’alleanza e di un’intesa che
sarebbe durata per il resto dei tempi, a molti sconosciuta ma ugualmente
rivelata nella luce che splende sul volto del Rastaman.
Egli che riceve la sua luce dagli incontri con il Creatore
sulle cime dei monti del suo spirito e della sua mente. Quelle altezze in cui
egli dimora e che egli stesso chiama casa. Quelle altezze che i patriarchi
Rastafari andarono ad esplorare quando si lasciarono indietro babilonia e
scelsero la giungla come loro casa, il canto degli uccelli come loro voce, i
frutti del giardino dell’Eden come loro cibo.
La Livity fu deportata e rimase prigioniera nell’arsura
della calda Babilonia.
Nella siccità di idoli pagani e di modi corrotti, nello
sfarzo artificiale del tentativo degli uomini di farsi dei, essa rimase
nascosta e crebbe in intensità, protetta e fortificata tra le catene e le prove
di coraggio, essa prevalse. Diede coraggio a Daniele quando dovette incontrare
la ferocia dei leoni che volevano strappargli la carne, ecco essa rimase viva e
si espresse nella forza di spirito che come per magia rese le bestie mansuete.
Daniele era il Rastaman che la ferocia di Babilonia vuole
masticare ed inghiottire affinchè egli più non sia. Ma il Rastafari è l’uomo originale ed è
capace di separare il male dal bene.
Il suo spirito vive prima della rabbia e della ferocia, la
sua voce raggiunge tutto il creato; e così le fiere non lo assalirono perché
riconobbero in lui la voce naturale ed originale dell’InnerMan, del Dio-uomo
che dimora in ognuno di noi e che è capace di comunicare con il nucleo divino
di ogni essere vivente liberando dal male e dalla fame.
Questa manifestazione era la Livity ed essa salvò Daniele.
Così i malvagi non sopprimeranno il Rastaman perché egli
vive nel mondo ma non è del mondo, egli è non-nato ma sempre esistente nelle
pagine della storia che si susseguono.
La Livity è la sua manifestazione ed essa è la sua vita
senza fine.
La stessa Livity che ha ispirato il Salmista Davide a
ricordarci di “riposare nel Signore” (Sal 37) di affidarci a lui in un modo
così completo e totale che non necessitiamo
più di nessuna azione o nessun pensiero al di fuori di Lui. La nostra Livity
diventa pensiero ed azione e semplicemente restiamo in silenzio e riposiamo in
Lui consapevoli che la perfetta circolarità ed incastro degli eventi positivi porteranno
pace e prosperità sul nostro cammino nonostante le dure prove e tribolazioni.
È la Livity Rastafari che è il “riposare nel Signore” ovvero
rallentare e semplicemente essere in Lui.
È la strada del Rastaman in cui preghiera e azione diventano
la stessa cosa, egli che vivendo riposa nel Creatore e anche quando riposa la
sua pelle e il suo respiro intonano silenziosi canti di gloria.
Egli che riposa fiducioso riponendo fede e coraggio nel bene
superiore del male, nel compimento delle profezie antiche nei giorni moderni,
egli che vive in questo oggi come messaggero di un tempo antico e mai passato.
Attraverso questa Livity Rastafari egli resta in silenzio quando altri gridano
di disperazione, riposa e si affida quando altri si tormentano di ansia.
Egli vede perché spera e in tutto si affida, mentre altri
diventano cechi nel desiderio incontrollato di voler vedere il futuro senza
aver fiducia.
Il suo essere nella Livity è il “non essere” di Babilonia.
Ovvero quando egli è, e vive nella Livity Rastafari, allora
una parte di Babilonia cessa di esistere perché soccombe dinanzi alla potenza
della spiritualità e della consapevolezza. Mentre Babilonia attacca e si
dimena, il Rastaman apparentemente riposa nella sua meditazione ma in realtà
vive di una vita superiore che gli consente di non dover più combattere né
sudare perchè dimora nell’ assenza di conflitto e di conseguenza il male non ha
più presa su di lui.