Nella vita di un essere umano si alternano molti diversi
momenti, l’esistenza è un susseguirsi di esperienze concatenate e interconnesse
che a volte assumono una carica positiva mentre altre volte purtroppo portano
dolore e difficoltà.
È parte del nostro destino e della bellezza del genere
umano, profondo incastro di elementi finiti ed infiniti che cercano
instancabilmente di armonizzarsi durante
tutto il ciclo vitale su questa terra. Spesso ci troviamo a dover affrontare
ostacoli e pietre d’inciampo, a volte riguardano il nostro fisico ma più spesso
riguardano la nostra sfera emotiva e psicologica che può determinare ancora di
più l’andamento delle nostre vite.
Quando infatti il fisico è ammalato allora soffriamo, ma
quando poi esso guarisce siamo portati a non pensare più a quella sofferenza e ce
ne dimentichiamo dando per scontato salute e benessere e procediamo con le nostre
azioni quotidiane. Quando invece il nostro spirito e la nostra mente sono afflitti,
ahimè non è così semplice dimenticarsene in quanto ogni esperienza della
giornata rifletterà quello stato di malessere, insoddisfazione, a volte
tristezza o comunque tutta una serie di emozioni negative che pervadono la
nostra psiche.
La sensazione sarà di non riuscire ad uscire dal circolo di
negatività che sentiremo come sommergere le nostre azioni ed i nostri momenti, a volte
faremo esperienza di una nuvola nera che sembra non volere andare via dalle nostre
teste.
Molti provano con le distrazioni, televisione, computer, nottate
sfrenate, o ancora peggio sostanze che sembrano allontanare il dolore. È un
metodo molto comodo e alla portata di tutti, il problema è che ha una durata illusoria
molto limitata e gli effetti collaterali sono abbastanza pesanti. Cercando di
distrarci dal dolore infatti non facciamo altro che farlo aumentare, forse
riusciamo ad ottenere qualche minuto o qualche ora di apparente tranquillità ma
quando torniamo alla realtà allora la nostra mente ci presenta il conto e
spesso cadiamo in un down sentendoci forse peggio di come stavamo prima.
Allontanare i problemi infatti non è mai una soluzione
definitiva ma soltanto un temporaneo autoinganno.
Dobbiamo invece puntare alla risoluzione.
E la Livity Rastafari in questo ci aiuta moltissimo.
In Rastafari infatti crediamo nella presenza costante del
Creatore in ogni risvolto di questa Creazione.
Egli è un continuo scorrere che è assicurato in ogni momento
ed ogni istante.
Come potrebbe essere infatti Dio se non fosse onnipresente? E
se quindi è onnipresente significa che è anche sempre accessibile. Se è sempre
accessibile come è possibile allora che talvolta noi avvertiamo più la Sua
presenza e talvolta di meno? Come mai in alcuni momenti il nostro spirito
sembra essere così vicino alle sue manifestazioni come gioia, appagamento,
leggerezza e benessere mentre nei momenti difficili invece facciamo esperienza
di tristezza, abbattimento, scoraggiamento e debolezza?
Come è infatti possibile che l’essere onnipresente per
eccellenza a volte sia così distante da noi, e soprattutto quando ci sembra di
averne più bisogno?
La risposta è che dipende tutto da noi.
Essendo infatti il Creatore sempre vivente e sempre presente
è anche automaticamente sempre esperibile, cioè possiamo farne esperienza
potenzialmente ventiquattro ore al giorno perchè egli non è soggetto a turni o
ad orari ma la Sua presenza vitale è per sempre e ovunque.
Siamo in realtà noi
che nella sofferenza e nella difficoltà non riusciamo a “sintonizzarci” con la
sua frequenza vitale e quindi soffriamo. E spesso è perché non sappiamo come
fare.
I padri, gli antenati ed i maestri spirituali in questo ci
insegnano molto e la strada che hanno percorso prima di noi può essere la
nostra fonte di salvezza. In Rastafari non preghiamo il dio della morte come le
religione schiaviste ha spesso insegnato,
piuttosto crediamo fermamente che Dio è il soffio di vita pulsante di questo
universo.
Essendo vita non può certo essere qualcosa di triste o
negativo perché, e questo nessuno può negarlo..neanche il più scettico del
pianeta, lo slancio vitale degli esseri umani, delle piante e degli animali è qualcosa
di buono per essenza in quanto produce la continuazione della presenza su
questa terra.
Essendo quindi Lui il motore primo di energia positiva ed
essendo sempre presente allora capiamo in maniera molto naturale, che il bene è
sempre accessibile in questa vita.
Per bene intendiamo la possibilità di accedere ad uno spazio
senza dolore dove i sentimenti di conflitto, disperazione e sconforto lasciano
il posto al coraggio, all’ottimismo, alla rassicurazione e soprattutto all’assenza
di conflitto ed avversione che sono alla base di tante afflizioni mentali e spirituali.
Ma allora perché pura sapendo che Egli è presente ed è buono
continuiamo a soffrire?
Perche non lavoriamo abbastanza per stare in comunione con
la Sua presenza.
In Rastafari infatti diciamo di essere in creatori della
Creazione, molti criticano questa posizione ritraendoci come esaltati o megalomani,
ma ciò che Ian’I vuole dire è che gli uomini sono capaci di modellare e scolpire
eventi e situazioni con la saggezza e la grazia spirituale che il King ci
concede. Questa attività creatrice può essere applicata in prima istanza sulla
nostra percezione e accettazioni degli eventi, soprattutto quelli dolorosi. Noi
siamo infatti in grado di sollevarci dalla sofferenza e ricreare la nostra
esperienza di vita generando energia positiva.
Non è questo forse essere un piccolo creatore?
Non è questo forse ciò che realmente Dio vorrebbe per gli
esseri umani affinchè possano essi vivere in benefica creatività su questo
pianeta?
Molti combattono questa posizione perché sono stati educati
soltanto a stare seduti e chiedere di ricevere, Ian’I invece appartiene alla generazione
che lavora per ottenere i risultati e primo fra questi è il benessere e la
salvezza qui su questa terra.
Molti ancora investono la vita per vedere i propri guadagni
fruttare nell’aldilà, Rastafari si aimpegna giorno e notte per vedere i frutti
del lavoro compiuti qui ed ora per poter realmente godere di essi al fine di
una migliore convivenza con il genere umano, vicino e lontano.
Quindi Rastafari dice che nella difficoltà e nella
sofferenza possiamo comunque accedere alla presenza salvifica del Creatore che
vive dentro di noi, a questo punto starà a noi impegnarci al fine di poter
migliorare la nostra esistenza e tramutare il dolore in forza.
Ian’I proclama infatti che il King of Kings è vittorioso ed
ha vinto il male instaurando il regno del bene per sempre.
Questa Sua azione può essere applicata a livello cosmico,
storico ma soprattutto personale ed individuale nelle nostre vite. Sembrano fantasie?
Guardiamo alla realtà: quando soffriamo ci sentiamo persi, ciò di cui abbiamo
bisogno è tornare ad un punto fermo dove smettiamo di essere sballottati dai
nostri pensieri e paure e finalmente possiamo provare sicurezza, conforto,
fiducia nell’oggi e positività verso il domani, vogliamo sentirci ancorati al
terreno e non stravolti e sbattuti invece come piccole piante in un campo
aperto durante la tempesta.
La sofferenza è un emozione provocata da circostanze che si
presentano a noi avverse o negative, essa è un intruglio di diversi ingredienti
che purtroppo producono un effetto veramente tossico su di noi.
Psicologicamente e spiritualmente prima e fisicamente dopo.
La sofferenza è un’emozione come ce ne sono tante nella
nostra vita, non è la vita stessa. Il dolore e la tristezza sono manifestazioni
emotive come i nostri pensieri sono manifestazioni cerebrali, così come non
crediamo a tutti i nostri pensieri non dovremmo credere a tutte le nostre
emozioni e seguirle come un bambino segue il profumo di cioccolato. Se esse
sono manifestazioni di attività emotive, cerebrali ecc..che appaiono e
scompaiono come dei film, allora significa che esiste qualcosa prima di esse perché
infatti nulla può manifestarsi senza uno sfondo.
Questo sfondo è la nostra essenza percettiva e spirituale, è
la nostra presenza che dimora con il
Creatore, è la nostra casa, il luogo sicuro dove stiamo bene e possiamo vivere
ed esistere in benessere. Questo luogo è la nostra essenza umana e divina
insieme, dove la nostra persona vive con il Creatore in uno stato di unità. È
Ian’I ovvero Dio nell’uomo.
Ecco se Dio è sempre presente ed accessibile con le sue
qualità benefiche e positive e se la nostra essenza è partecipe di Dio e se la
nostra essenza non ci lascia mai allora naturalmente capiremo che è sempre possibile
accedere alle qualità benefiche e vitali che dimorano incessantemente dentro di
noi e quelle qualità così belle e curative sono in effetti parte di noi.
Quindi la cura è dentro di noi, sempre accessibile, sempre
esperibile ma per raggiungerla dobbiamo fare “cut and clear” ovvero individuare
le emozioni e le azioni negative, tagliarle con precisione chirurgica e lasciarle
scomparire affinchè la nostra persona non resti intossicata dalla loro
presenza.
Per far ciò è necessario prendersi del tempo e studiare le
nostre vite, essere presenti per noi stessi e avere la situazione sotto occhio,
sapere cioè cosa sta accadendo e di quale entità sia il problema che viviamo.
Dopo ciò dobbiamo, attraverso la meditazione, la preghiera e l’esercizio
continuo (esistono molte pratiche e tecniche) cercare di raggiungere quel luogo
prima del dolore e sforzarsi di rimanere lì il più possibile, come una persona
colta da un temporale in un parcheggio si ripara dentro la sua auto, egli è in
mezzo alla tempesta, la osserva e ne sente il forte rumore ma non si bagna perché
è protetto dal veicolo.
In Rastafari pratichiamo la fede come attività reale e
costante, esse deve essere un impegno che spesso ci sembra superare le nostre
capacità, sarebbe molto più semplice infatti lasciarsi andare al dolore ma è
proprio quello il momento in cui dobbiamo avere più tenacia e provare ancora di
più.
La vita ci offre innumerevoli presupposti di felicità e di
ottimismo, dobbiamo imparare a coglierli, coltivarli e farli fruttare. A volte se non vogliamo o non riusciamo a
farlo per noi stessi allora facciamolo per i nostri cari che meritano il nostro
benessere perché quello è anche il loro benessere.
Quando non riusciamo a farlo da soli allora facciamolo fare
a qualcun altro dentro di noi, può essere un parente un amico o un fratello o
una sorella nella Livity, una persona ispirata e forte che teniamo viva dentro
di noi e la cui energia può essere capace di sciogliere dei nostri “nodi” ed
insegnarci automaticamente la strada verso l’auto guarigione, mantenendo in noi
la sua presenza viva e dando a lui/lei la nostra fiducia impareremo che le
risorse sono sempre accessibili dentro di noi perché la qualità che lui/lei
hanno applicato un giorno diventeranno nostre e non avremo più biosogno di affidare
la risoluzione ad altri perché saremo cresciuti e capaci di aggiustare le cose
da soli.
In Rastafari sappiamo che la vita ha un grande potere
curativo, in essa purtroppo a volte troviamo difficoltà che ci “avvelenano” ma
sempre dentro di lei troviamo gli antidoti a queste intossicazioni e possiamo
guarire e vivere bene. Dobbiamo restare saldi sul fatto che nessuna esperienza
in questa vita può essere soltanto negativa ma porta sempre una potenziale
fonte di salvezza che dimora nella vittoria che il King of Kings ha compiuto
sul male e con lui anche noi abbiamo già vinto il male.
Una volta raggiunta questa altezza e volenterosi di abbracciare questo
modo di vivere… sarà soltanto questione di tempo e tanta pratica.