Tutto ciò che ci circonda parla di Rastafari.
Tutto quello
che vediamo, leggiamo o ascoltiamo, se prestiamo attenzione ci manifesta
Rastafari e puoi insegnarci Rastafari.
Rastafari è la via di vita connessa con il Creatore che si è
rivelato nella persona di Haile Selassie Primo e che Ian’I i Rastafari bredren
riconosciamo come il Messia Iyasos Krestos tonnato nella Sua seconda venuta per
compiere le profezie che annunciavano il ritorno dell’Agnello di Dio come Leone
Conquistatore della Tribù di Judah.
Questa è la base della teologia Rastafari e l’essenza del
nostro Movimento.
Detto ciò, questa teologia e questa dottrina si esprimono
nel modo in cui viviamo questa vita e non soltanto nella recita di preghiere on
nella speculazione filosofica. Rastafari è infatti un’esperienza totale in cui
l’essere umano vive nel Creatore perché riconosce che il Creatore vive in lui.
È un apprendimento costante in cui la vita stessa diventa il
tuo libro di scuola e il Signore il tuo diretto insegnante. Le nostre persone
divengono i quaderni su cui eseguiamo i nostri esercizi, a volte sbagliamo a
volte abbiamo successo, a volte dobbiamo cancellare e ricominciare altre volte
invece eseguiamo un bel compito e la vita ci regala un bel voto.
Dal momento che Ian’I considera la vita come il nostro libro
per imparare allora dobbiamo apprendere come poter osservare questa stessa vita
per comprendere al meglio e per poter formarci come bravi studenti di quest’esistenza.
Molti infatti hanno delle buone intenzioni e ottimi propositi ma non sanno poi
come applicarli, presi dallo sconforto si scoraggiano e abbandonano la strada
verso la liberazione. Molti hanno delle intuizioni di Dio, avvertono il bisogno
di vivere meglio nello spirito e capiscono che le loro vite necessitano di una
dimensione spirituale ma non sanno come e dove cercarla, non capiscono da dove
e come incominciare, sono delusi dalla chiese e dalle religioni, dall’ipocrisia
dei sacerdoti e dei falsi profeti, così si scoraggiano e gettano la spugna
tornando nell’inconsapevolezza che, sebbene dolorosa, non richiede grande
sforzo e anzi si addice perfettamente alla pigrizia dell’essere umano così di
modo di questi tempi.
La buona notizia è che la Livity Rastafari è la totale rivoluzione
che questa epoca ci presenta, essa è la ricompensa per coloro che delusi dalle
religioni degli scribi e dei farisei ricercano nella vita stessa il contatto
con il Creatore e che soprattutto desiderano vivere nella giustizia e nella
correttezza che rendono questo mondo un luogo più pulito e piacevole.
Nella Livity Rastafari impariamo ad imparare.
Il primo passo è scoprirsi bambini, umili, semplici e
curiosi. Soltanto così potremo imparare ad imparare.
Un bambino infatti è predisposto naturalmente all’apprendimento,
i suoi ricettori nervosi sono costantemente in una fase di apprendimento perché
così il piccolo potrà istruirsi su come si vive in questo mondo. Il bambino
osserva gli altri e il suo cervello processa un insegnamento per lui stesso,
ogni istante è un’occasione di apprendimento perché la sua mente è in un
costante stato di curiosità. Quando cresciamo invece questa “modalità” viene
sostituita purtroppo da un’altra che è in realtà molto pericolosa ovvero l’impostazione
“non mi interessa”. Questo avviene perché il centro dell’esistenza si sposta
verso il nostro ego e non più verso il mondo esterno come quando eravamo
bambini, tendiamo a manifestare che abbiamo già capito tutto e che conosciamo
questo e quello e ci illudiamo di sapere già come vanno le cose e come sono gli
esseri umani. Ci disegniamo questo quadro della realtà deluso, disilluso e
scontento, arrabbiato e molto limitato. Il problema è che in realtà non
conosciamo un bel niente e infatti ciò che etichettiamo come “questo l’ho già
capito” è in effetti soltanto una presa di posizione basata sulle nostre
percezioni o prime impressioni che sono spesso o quasi sempre sbagliate.
Quindi ci fissiamo su opinioni e le cementifichiamo con i
nostri atteggiamenti, il problema che essendo le opinioni e le percezioni
negative, il risultato sarà che la nostra esperienza di vita sarà negativa.
Vivremo una vita negativa e triste perché basata su visioni
distorte della realtà. Ecco perché il
Cristo nei Vangeli ci avverte che il Regno dei Cieli sarà accessibile a chi
sarà come un bambino. Proprio perché dobbiamo riscoprire dentro di noi la
curiosità verso questa esistenza, il desiderio di imparare perché in realtà non
sappiamo proprio nulla. Dobbiamo trovare quell’ umiltà per riconoscerci
ignoranti e piccoli davanti ad un immenso mistero che è la vita e tutte le sue
sfaccettature.
Allora tutto diventerà interessante, tutto sarà una scoperta e l’esistenza
profumerà di avventura, scardineremo le false sicurezze che babylon avrebbe
voluto inculcarci per tenerci assopiti e inizieremo a camminare verso la
realizzazione del nostro destino.
Ecco che a quel punto la vita sarà il nostro libro di scuola
e l’obiettiva sarà “la laurea della salvezza” ovvero vivere nella pienezza di
questa Creazione come esseri umani naturali, originari, antichi e moderni allo
stesso tempo, senza epoca e senza etichette, in una parola: liberi.
La creazione diventerà allora la nostra casa e il cielo il
nostro vero tetto, il verde degli alberi sarà per noi accogliente e scopriremo la
vera essenza della vegetazione che non è soltanto quella di nutrirci o di
offrire ossigeno al mondo ma quella di curare i malesseri dell’uomo.
Impareremo ad usare le sfumature di verde presenti nei
paesaggi come vere e proprie medicine contro il nostro dolore e le nostre
nevrosi, saremo in grado di usare la linfa e la clorofilla delle piante per
rigenerarci e per purificarci. Allora capiremo perché ci sono talmente tanti
alberi e cespugli al mondo.
Impareremo ad usare le esperienze quotidiane come banchi di
prova e lezioni di vita da cui trarre insegnamento, non tutte saranno belle ma utte
importanti, impareremo a piangere e a ridere di ciò che ci accade e così
scopriremo il modo in cui il Creatore ci sta educando e cosa sta cercando di
trasmetterci in quel momento. Ci accorgeremo che ciò che ci accade è esattamente
ciò di cui abbiamo bisogno in quel momento per insegnarci qualcosa di nuovo
riguardo a noi stessi e al genere umano.
Impareremo a nutrirci anche senza mangiare, ad assumere cibo
spirituale e non soltanto cibo fisico, capiremo la nostra dieta dell’anima da
cosa dovrà essere formata, da cosa digiunare e cosa evitare così come quale
sarà il nostro cibo spirituale preferito, forse leggere dei salmi, forse
meditare al mattino presto, suonare, scrivere o aiutare gli altri in
difficoltà.
La giornata diventerà piena e soprattutto sarà vibrante,
emozionante e così scacceremo il male che si nasconde dietro la maschera della
pigrizia e disinteresse, due delle peggiori qualità e afflizioni che può avere
l’essere umano.
Nella Livity Rastafari impariamo ad imparare e scopriamo di
scoprire.
Seguiamo l’esempio dei nostri anziani che hanno rinunciato
alle comodità per andare a vivere tra le colline, tra la libertà degli uccellini
del cielo e la limpida sincerità dei ruscelli, essi hanno lasciato babylon per
scrivere le pagine di un nuovo cammino per l’essere umano. La loro scelta di
vita non è stata limitata a loro stessi ma ha in realtà scritto una nuova pagina
per l’umanità intera mostrandoci che è possibile in quest’epoca moderna vivere
come esseri umani originali.
Non mi riferisco solamente al fatto di camminare a piedi
nudi o di nutrirsi dei frutti degli alberi ma ad un qualcosa di ben più
profondo ovvero il risveglio della connessione tra uomo e Dio attraverso l’esperienza
diretta della Creazione che è la grande porta d’ingresso ai reami divini.
Essi hanno così cambiato il corso degli eventi e invertito
il grande karma verso cui questo mondo andava, gli Incients Rastafari hanno
manifestato la via di salvezza e la loro Livity è diventata, come accade per i
santi, salvezza per altri esseri umani.
Attraverso il loro risveglio hanno risvegliato altri.
Pionieri a piedi nudi sono stati i primi a salire la
montagna e ad andare ad incontrare Dio, proprio come Mosè fece salendo al Sinai,
per poi tornare con i loro volti radianti della gloria del Signore.
E proprio
quella luce e quella gioia che i loro occhi riflettevano sono state la mano
protesa verso una generazione in cerca di redenzione, attraverso il loro
spirito Ian’I ha potuto conoscere lo Spirito dell’Altissimo che permea questo
Universo così da poter scoprire che questa vita è il nostro manuale di
apprendimento e che, se impariamo ad osservare, ogni istante è un’occasione di
redenzione e felicità.