sabato 16 gennaio 2016

Impariamo a dimenticare




Impariamo a dimenticare
perché è oggi il giorno della salvezza

impariamo a lasciare andare
perché il peso che portiamo non siamo noi

in molti hanno parlato
ma pochi hanno ascoltato

quando il saggio insegnava
molti in realtà preferivano rincorrere il vento

il messaggio è unico
e prima di tutto il resto

impariamo a dimenticare il male
è ora di riposare nel bene

parole e pensieri sono soltanto spade di cenere
sì le vedi ma tra un attimo dove saranno

rimarrà allora la pioggia con il suo fresco senso di redenzione
resteranno le stagioni ad offrirti un'altra opportunità

rimarranno le nuvole e le loro sfumature di vastità
nulla più ci stringerà quando impareremo a dimenticare

crediamo di vivere perché pensiamo
in realtà viviamo solo se smettiamo di pensare

storie e novelle così in voga tra i figli degli uomini
narrano di valore tenacia e caparbietà

ahimè sospiro
e mi chiedo spesso se dicano il vero

soltanto quando impareremo a dimenticare
allora saremo forza

quando sapremo sorridere alla nostra mente
allora saremo suono

coraggio vestiamoci ed usciamo
oggi è il giorno di paga

ricompensa e salario
sono lì pronti per chi ha imparato a dimenticare

chi ha praticato l'abbandono
può ora germogliare dal legno secco

chi ha nuotato senza tregua
può ora commuoversi al toccar la sabbia della riva

chi ha rinunciato all’onda
può ora finalmente abbracciare l’acqua

chi ha invitato alla mensa le proprie catene
può ora camminare libero

tra coloro che hanno dimenticato

Il Primo



Praises be unto the King of kings Emperor Haile Selassie The First.
Tra i potenti della Terra si è distinto per essere unico, Primo modello ancora prima di tutti i modelli, stampo su cui la perfezione si è adattata plasmandosi lungo i suoi margini.
Primo in quanto completo, cerchio di eterna estensione ma allo stesso tempo chiuso.
Ordinato come la circolarità delle benedizioni che da persona a persona si alimentano e di giorno in giorno si accrescono.

Miracoli infatti percorrono le strade, a volte l'uomo li incontra ma scettico li rifiuta, il King of Kings  ci ha insegnato a non lasciare sfuggire le occasioni di questa vita perché oggi è il momento e domani potrebbe essere troppo tardi.
Dobbiamo leggere il tempo per esserne maestri, dobbiamo allearci con i nostri giorni per essere forti affinché le nostre esistenze possano acquistare valore e piacere essendo gradite al Creatore, a noi, agli esseri viventi e alla Creazione. I n I creati ad immagine e somiglianza custodiamo il tesoro della presenza divina, rispecchiamo potenzialmente il Creatore qui su questa terra..siamo quindi portatori di una 'somiglianza' così come Padre e figli.

Come il Re è Primo (Qadamawi) perché è il Cristo Creatore,  l'archetipo, l'antico dei giorni, la stella luminosa del mattino, il nuovo Adamo  che compie la redenzione rendendo la Creazione nuova e rinnovata, anche I n I è stato reso partecipe di un'elezione e di un primato.
Esiste infatti una parte  dentro ognuno di noi che è prima, ovvero che non solo è stata presente prima di tutto ma anche risiede prima di tutto il resto.
È il luogo prima di ogni emozione, azione, reazione. Prima di pensieri, giudizi e processi mentali. Prima dell'errore e della scelta sbagliata, prima dell'inganno e soprattutto prima del dolore.
Ecco il miracolo.
Il Signore che è il Primo, dimora in I n I come primo centro rendendo anche noi esseri umani potenziali 'primi', non nel vanto ma nell'elezione a esseri più grandi di quello che pensiamo. Piccoli e umili ma capaci di compiere opere degne di primato.

I n I Rastafari percorre una strada stretta e diritta, molti di noi sono stati raccolti lungo la via di Damasco, altri ancora chiamati a pescare uomini invece che pesci, alcuni hanno cenato con il Re come gli apostoli e altri l'hanno avuto accanto ma soltanto dopo lo hanno riconosciuto.
È tutto parte del disegno.
Ma il senso è che tutti siamo stati chiamati a cercare il Primo dentro noi stessi, a cercare l' originaria presenza divina per poter riacquistare la nostra presenza umana.
Rastafari è un viaggio verso quel Primo, l' "I" originale, il grande Io dentro il nostro io,  quel luogo dove divino ed umano sono uniti e possono restare inscindibil per l'eternità.
Rastafari è il suono di quell'Io che fa vibrare l'universo.
Rastafari è il percorso verso la realtà spirituale che semplicemente è. Il padre infatti si rivelò dicendo che Egli è Colui che è.

Il Primo dimora nella Casa del Padre in quanto è costante essere ed esistere e con lo Spirito la riempie.
Il Primo è la presenza divina prima di ogni nozione ma allo stesso tempo è somma e sintesi di ogni nozione. È il principio prima di noi stessi ma allo stesso tempo è ciò che rende noi stessi senza principio nè fine. È la nostra parte immortale che realmente vive, che realmente è.
È il luogo dove i mistici della terra si incontrano e insieme gioiscono o combattono uniti, è lì che non c'è più notte e non c'è errore.
È la nostra salvezza e la nostra cura, è il nostro desiderio più grande, la nostra essenza che ci rende unici ma allo stesso tempo uguali.
La presenza divina dimora in tutti e quando la riconosciamo allora abbandoniamo differenze e barriere perché siamo uno e ad Essa ci riferiamo e con Essa ci relazioniamo.
Quale miracolo, quale potenza si trova nella Presenza divina che vive prima di tutto.
Salvezza sempre raggiungibile, acqua limpida in cui bagnarsi, sicurezza in ogni prova.
Prima dei tempi, prima della notte e della luce, prima della forza e prima del bello della Creazione, prima dei templi e dei libri sacri, prima dei riti e delle preghiere, prima del movimento e della quiete, prima della vista e dell'ordine, prima di semplicità e complessità, prima di inizio e di crescita...il Primo è.
Egli porta con Sè l'eternità verso il principio Primo che sempre sarà.
Selah