sabato 26 novembre 2016

nella Livity Rastafari invertiamo la rotta, usciamo dall'Egitto



Greetings, Love and Life in the Most Holy and Precious Name of Qadamawi Haile Selassie.

Iniziamo il sabato nella consapevolezza che un’altra settimana è passata ed è il momento per onorare il Creatore dentro e fuori di noi. È il giorno del riposo dagli affanni, del distacco dalla schiavitù dello stress, del digiuno dal conflitto e dall’incertezza… ci impegniamo durante questo sabato affinchè poi tutte le nostre vite diventino un continuo sabato di grazia spirituale.

È una pratica.

È un esercizio.

Nulla accade e resta per sempre nel mondo degli uomini, le cose brutte passano ed il tempo risana le ferite, ma anche le cose belle se non coltivate e curate potrebbero perdere la loro bellezza, come un fiore che finito il suo periodo perde la sua fragranza.
 Ebbene questo è uno dei più grandi motivi di dolore dell’essere umano. La paura di perdere ciò che di buono si ha. Ma ciò che è timore ed insicurezza per l’uomo, la Livity Rastafari è capace di trasformare  in un’occasione di crescita verso la salvezza e la stabilità.
Ecco perché il Signore, che è il Dio della vita, quindi del bene e della vittoria, ci concede il Sabato. Perché questo giorno ci porta ad esercitarci nel coltivare. Coltivare cosa?

Noi stessi.

Ovvero la presenza divina all’interno di ognuno di noi.
Quella parte che dimora in ogni essere umano che è potenzialmente divino ed illuminato ma che poi soltanto alcuni decidono o sentono di coltivare per far crescere. È il seme mai piantato ma sempre esistito nel terreno delle nostre persone, è la vita prima che avessimo vita, il nome prima che avessimo nome, il nostro soffio vitale prima che imparassimo a respirare, la nostra storia che già vivevamo prima di entrare nel mondo, la nostra dimora prima che camminassimo nelle terre dei mortali, il nostro ‘io’ prima di essere generati dalla gioia delle nostre madri, l’Everliving I, Haile Selassie I!!!
Attraverso la coltivazione del nostro “I”, ovvero il nucleo divino che esiste in noi e che è la fonte di ogni scintilla vitale che il nostro organismo esprime, Ian I può invertire il ciclo di dolore ed incertezza che affligge alcuni aspetti delle nostre vite; prendendoci cura del fuoco che arde all’interno del nostro tempio facciamo sì che il nostro “I” risani tutti i mali che ci disturbano rendendoci liberi di costruire la realtà intorno a noi secondo i parametri divini di pace, serenità, giustizia, consapevolezza, equilibrio ma soprattutto amore incondizionato ed invincibile.
Infatti l’ “I” ha anche la capacità di guarire.
Da decenni ormai Ian I Rastafari proclama che la cura dei nostri mali è dentro di noi, oggi a distanza di tempo anche la scienza sta finalmente arrivando alla stessa conclusione. Ecco coltivando la nostra spiritualità, esercitandoci a rimanere nel nostro “I” attraverso azioni consapevoli e uno stato mentale divino, offriamo al nostro organismo la possibilità di mantenere la salute ed il benessere psico-fisico.

Ecco che il Sabato ci offre la possibilità di invertire la rotta, uscendo dall’Egitto delle schiavitù delle nostre abitudini che non ci piacciono ed incamminandoci verso la Terra Promessa dove il nostro Io cammina e vive con l’Io del Creatore Supremo e passiamo così da “I” alla condizione di “ Ian I”.
Torniamo alla nostra condizione originaria di genere umano così avvolto dalla grazia da fare invidia persino agli angeli del Cielo.

Non è un viaggio astratto lontano dalla realtà ma anzi esattamente l’opposto, è il cammino che ci porta a vedere quanto questa realtà sia già così divina e piena di grazia ma che purtroppo, a causa delle nostre percezioni erronee e della nostra inclinazione a seguire emozioni sbagliate, rendiamo noi stessi una realtà falsata e distorta. Ecco perché la Livity Rastafari è il cammino verso la totale liberazione. Perché se a causa della nostra condotta noi stessi sporchiamo la realtà rendendola difficile e talvolta dolorosa, allora soltanto attraverso la nostra condotta potremmo ripulirla ed elevarla ad uno stato più libero, dignitoso e soprattutto felice.  La Livity è la condotta dell’uomo naturale che è per natura divino, sano e completo. La Livity è la possibilità offerta dal Creatore all’uomo che vuole tornare a casa lasciando la terra di esilio e di prigionia che è la nostra incompletezza e quindi schiavitù, da noi stessi prima e dal sistema poi.

Capiamo quindi perchè in questo giorno del Sabato Ian I può soltanto rendere grazie per la Presenza di Haile Selassie che con il Suo modello ed esempio ha offerto ad Ian I una possibilità di riscatto dalle inquietudini del nostro uomo vecchio mostrandoci la via per l’uomo nuovo.

Haile Selassie Primo è infatti lo stampo perfetto su cui quest’umanità deve modellarsi. Ian I non riesce a contenere la gioia che porta il solo fatto che Egli abbia toccato questa terra!
Il Creatore per mezzo del Quale tutto fu creato è tornato come Archetipo dell’Uomo Naturale che in ogni istante sconfigge il male stendendo il tappeto purpureo del bene.. in ogni istante ed in ogni luogo!
È la manifestazione più perfetta che Dio poteva assumere per realmente redimere il genere umano portandolo verso la salvezza.
Questo perché Haile Selassie Primo in ogni momento della Sua venuta terrena ha manifestato la potenza divina senza compromesso e senza distorsione. Egli non è venuto come un maestro asceta che distaccato dal mondo si occupa solo di affari spirituali… nulla in contrario a e massimo rispetto a chi segue questa strada ma il Creatore è capace di più: Egli è venuto nel mondo occupandosi di innumerevoli affari delicatissimi e complessi, faccende politiche, economiche addirittura militari svolgendo tutto però con la Potenza Divina ovvero nella perfetta unità di mente corpo e spirito secondo la via del Cristo, rendendo tutti gli aspetti della vita umana santi e benedetti.
Ecco la grande gioia, ecco la grande illuminazione che il genere umano attendeva.
Il Messia che potesse restare santo anche occupandosi di faccende terrene senza perdere l’equilibrio ma anzi santificando ciò che l’essere umano ha corrotto e reso motivo di decadenza (pensiamo al denaro, alla guerra, alla politica ecc ecc).
Non è forse questa la dimostrazione ultima e definitiva che sia possibile su questa terra, qui ed ora, vivere il regno di Dio?
selah

sabato 19 novembre 2016

la forza del Sabato, impariamo a non arrenderci



Hail His Imperial Majesty the Great King of Iration
Rendendo grazie per il giorno del Sabato e l’opportunità che ci da’ per sederci e staccare con la routine e coltivare riposo e contatto con la nostra parte spirituale.

Fermarci e ricaricarci è importante, non a caso per Ian I è un comandamento.
Come tutti i comandamenti, anche questo è per il bene dell’uomo e non perché Dio abbia veramente bisogno chge noi Gli dedichiamo il nostro Sabato..o qualsiasi altro giorno esso sia.

 Nel Sabato possiamo trovare forza.
Fermarci è il primo passo per la totale rivoluzione  contro babylon.. sedersi e meditare è il modo per cambiare noi stessi e ciò che ci circonda. Nella meditazione noi rafforziamo la nostra persona, in questa pratica risiediamo nel nostro spazio creatore i cui possiamo arrivare, con impegno e soprattutto costanza, a modellare la nostra mente lasciando andare ciò che appesantisce le nostre vite e coltivando la forza necessaria per restare saldi nella vita quotidiana.

La meditazione e la pratica spirituale sono alla base della nostra livity. Prima di cambiare le cose delle nostre vite dobbiamo cambiare il nostro modo di pensare e prepararci a ciò che l’esistenza ci propone.. nelle parole di  His Majesty dobbiamo essere "spiritualmente pronti" ad affrontare le evenienze.
Nel sabato quindi troviamo pace ma soprattutto forza.
Le tribolazioni e le prove possono essere tante ma Ian I Rastafari deve imparare a non arrendersi mai. Ian I appartiene alla generazione che annuncia il Creatore in Terra e questo non lo facciamo con blande parole o accontentancodi di indossare grandi tuniche, bensì sappiamo che è dal frutto che si riconosce l’albero e quindi in base al nostro comportamento e alle nostre azioni verremo identificati.
 Ian I annuncia la Rivelazione del Re Messia attraverso le nostre vite, utilizzando queste come esempio per testimoniare al mondo la forza creatrice che pervade questo universo e quanto questa sia capace di cambiare  gli eventi e le circostanze intorno ad Ian I

Dobbiamo ricercare la forza dentro e fuori di Ian I e non arrenderci mai.
His Imperial Majesty parla sempre di ‘forza e coraggio’ due elementi fondamentali per il raggiungimento della vittoria e quindi del benessere e della felicità. Queste qualità sono alla base dell’evoluzione dell’essere umano verso una condizione migliore, fisica o spirituale che essa sia… ma devono esere coltivate, nutrite affinchè esse possano crescere e possano realmente essere parte delle nostre persone.
His Imperial Majesty ha dimostrato al mondo l’esempio più alto di coraggio e la tenacità più rara che la razza umana avesse mai potuto immaginare. Con queste qualità ha modellato il mondo durante la Sua venuta su questa terra insegnandoci che attraverso la nostra condotta, spirituale prima e fisica poi, noi siamo in grado di erigere questa Nuova Creazione rendendo questo pianeta realmente come era in principio, ovvero il paradiso terrestre dove angeli ed uomini si incontrano.

Non sono parole poetiche ma pura realtà.

Nella pratica del Sabato ci rafforziamo e cresciamo.
Ci esercitiamo a non arrenderci davanti agli ostacoli, a non lasciarci andare allo sconforto ma impariamo a trasformare le prove in sfide e le avversità in amiche, compagne che spesso ci fanno più bene che male. Nella Livity possiamo fare ciò che prima non avremmo nemmeno potuto immaginare, e questo non per glorificare noi stessi piuttosto il Creatore che ci guida nella crescita e nella forza.
A volte tendiamo a disperarci per problemi o paure, entriamo in un ciclo di dolore che noi stessi creiamo ed alimentiamo.
Quando il peso è troppo grande dobbiamo allora affidarlo a qualcuno più grande di noi che però risiede dentro di noi, l’Innerman, l’Onnipotente, il Re che governa la terra nell’equilibrio e rettitudine.
Dobbiamo sollevare i nostri pesi e il Sabato ci offre un rifugio ed una fonte di forza, questo sta a significare che abbiamo bisogno della dimensione spirituale per affrontare le prove e difficoltà della vita. Nel Sabato delle nostre vite traiamo la forza per vederci ancora solidi, uniti, fermi e più liberi delle paure e degli impedimenti.
Nel Sabato troviamo la leggerezza per riconoscere che la prova è in realtà un esercizio e che attraverso le nostre vite esercitiamo una pratica continua di lotta del bene al di sopra del male.
Restiamo saldi nella Livity Nyah Binghi, cantori e musicisti della Nuova Creazione, senza fuggire la realtà ma anzi santificandola secondo la forza del Re dei Re che è la fonte inestinguibile alla base di questa Creazione. Usiamo il Sabato per sintonizzarci ed ascoltare questa forza scorrere dentro ed intorno a noi, impariamo ad ascoltare il momento in cui l’Onnipotente ci dice di alzarci e metterci in movimento perché è tempo di manifestare il cambiamento che Ian I rappresenta.
Selah

sabato 5 novembre 2016

Corona di vita



Ogni Onore e Gloria a Sua Maestà Imperiale Haile Selassie Primo, Colui che è il Difensore della Fede oggi e per sempre.

Esiste un momento per tutto in questa Creazione, un momento per camminare ed un momento per fermarsi, un momento per lavorare ed un momento per celebrare.

Ecco I n I medita sulla potenza che sprigionano le preghiere dei fratelli e delle sorelle Rastafari in giro per il mondo soprattutto in questi giorni di celebrazione per l’Incoronazione di Haile Selassie Primo... quando le anime delle famiglie Rastafari si uniscono per un unico scopo: celebrare il Creatore con tutte le energie.

Ebbene nella vita assistiamo a misteri e miracoli, ma sono spesso coperti di realtà. Questi sono in mezzo a noi, ci circondano ma a volte non riusciamo a coglierli.
Dobbiamo iniziare ad osservare questa realtà con gli occhi delle spirito, con overstanding e visione profonda per poter cogliere gli innumerevoli miracoli che essa contiene. Allora inizieremo a vivere in accordo con i ritmi vitali dell’Onnipotente e non del mondo, nella consapevolezza che ogni attimo è una rivelazione del disegno divino, in effetti ogni attimo è un miracolo.
In questa realtà spirituale vivremo in un perenne ascolto della voce dell’Innerman, l’uomo interno e naturale che vive dentro di noi, resteremo nella costante ricerca della voce dell’ Io originario, divina essenza della esistenza.

Questa voce è in realtà un soffio.
Questo soffio è lo Spirito Santo, l’energia del Padre che tutto avvolge e che su di tutto ha potere.
Il nostro Dio muove misticamente l’organizzazione di questa Creazione e di questa realtà .
Egli ha voluto che il Suo Spirito potesse essere avvertito dagli uomini e che non rimanesse un qualcosa di estraneo a noi, ma infatti qualcosa di sempre presente, in cui il Creato è immerso e di cui gli uomini possono essere partecipi.
Questo soffio vitale è la linfa del Regno Divino, allo stesso tempo è il luogo più bello in cui I n I vuole dimorare, il cibo più dolce, la sfumatura di colori più bella, la sinfonia più perfetta, l’alba più fresca e la sensazione più vicina alla perfezione che un essere umano possa mai avvertire.
Completezza senza bisogno di nulla.

Ecco quando I n I vive nella Livity con zelo e persistenza quest’energia è presente. Quest’ energia infatti può solo essere avvertita tramite l’esperienza del Creatore e non attraverso una filosofia o una credenza, ecco perché I n I Rastafari dice che dobbiamo “sapere e non credere”.
Quest’energia è capace di tutto, ed il mistero più bello è che noi esseri umani siamo capaci di ‘condurla’ proprio come il metallo è conduttore di calore.
Con la presenza dello Spirito nel cuore i nostri corpi diventano strumenti,  corde di un’arpa che celebra incessantemente.. salmi viventi al cospetto del Re dei Re.

Tramite la forza dello Spirito I n I diventa in grado di creare cose bellissime.
Ricordiamoci che è scritto che in principio “ Lo Spirito di Dio aleggiava sulle acque” (Gen 1) e tramite questo Spirito Dio creò il tutto e lo fece bellissimo.
Questo Spirito è lo splendore attraverso cui tutto splende, la luce per mezzo della quale tutto brilla, l’espressione che non necessita di suono nè parola, l’insegnamento che si manifesta senza libri né quaderni, il gioiello prezioso che adorna la vita dell’essere umano, come i diademi che rivestono la corona di Sua Maestà Imperiale nel giorno dell’Incoronazione.
È questa corona che I n I deve indossare e deve far splendere perché essa adorna il nostro capo e lo rende regale.
Infatti non è senza significato il fatto che la corona sia un oggetto da indossare sulla testa.
Nel nostro capo infatti dimorano la comprensione, i processi intellettivi e le capacità reattive.
Nel nostro capo dimora il nostro potenziale paradiso, ovvero lo stato mentale in cui la persona può dimorare nel bene, nella salute delle emozioni e nel controllo e presenza e dove può rimanere nella grazia spirituale. L’uomo è immerso in innumerevoli emozioni e sentimenti ed è anche composto da diversi tipi di coscienza e distinti stadi di intelletto ma nelle funzioni cerebrali dimorano le capacità di controllo ed equilibrio, di analisi, intuito, visione, persistenza, tenacia e soprattutto la capacità di trasformare.
La trasformazione è un processo che può portare alla salvezza ed è la strada principale che porta al Creatore.
Essa consente l’evoluzione, il cambiamento, la crescita, la misericordia, il perdono, l’amore incondizionato, l’aspirazione ad elevare la propria condizione e quella dei nostri prossimi, tramite la trasformazione possiamo arrivare a vedere un nuovo mondo, una nuova Creazione e tramite facoltà intellettive come il coraggio, disciplina, perseveranza, risolutezza, sicurezza e discernimento possiamo lavorare a costruire questa Nuova Creazione tramite le nostre vite e le nostre azioni.
I n I Rastafari adoriamo la persona di Sua Maestà che è stato il più grande trasformatore e rivoluzionario di tutti i tempi.

Le nostre facoltà intellettive sono essenziali anche per consolidare e rafforzare la nostra fede, tramite infatti il corretto uso della nostra mente possiamo rendere più solida la nostra esperienza di fede che spesso nasce come processo intuitivo non subito definito anche se la avvertiamo molto forte. Ecco, tramite il ragionamento possiamo arrivare a ‘srotolare’ le pagine della nostra esperienza di fede e ad argomentare i processi spirituali che, quando sani e genuini, con un po’ di impegno è sempre possibile verbalizzare e quindi spiegare.
Così la mente diventa di supporto allo spirito e rinfranca anche il corpo che verrà investito di una grande energia e senso di ottimismo, di questa trinità di mente corpo e anima il Signore si serve per tenere il fedele lungo la strada di Zion e questo non vorrà deviare né a destra né a sinistra perché nessun’altra gioia è più grande della salute che questa esperienza di vita ci concede.

Ecco quindi che comprendiamo che la corona significa rendere regale il nostro pensiero, le nostre emozioni, le nostre facoltà, attraverso questa pratica di vita I n I si avvicina sempre più allo Spirito e può avere l’opportunità di avvertire questo.

La corona è regalità, ma è anche difesa, è un’investitura che porta con sé responsabilità ma è anche una ricompensa. Perché con la forza dello Spirito il fedele può vincere qualsiasi ostacolo e nulla sarà in grado di separarci dal’amore del Cristo Qadamawi Haile Selassie (Rom 8,35).

La corona è condivisione di vittoria, quindi di gloria.
Come ci dice il Santo Giacomo, una volta superate le tribolazioni e le prove riceveremo la corona della vita (Giac 1,12), e quale corona è più splendente e vitale se non quella di Sua Maestà che ha generato, dal momento della sua apparizione il 2 novembre 1930, vita e coscienza a livello universale ispirando generazioni  Rastafari (..e non) a vivere in modo ‘regale’ lungo la via dell’amore?

Il libro della Rivelazione ci conferma che dobbiamo rimanere fedeli e riceveremo la corona della vita, ovvero l’esistenza eterna che nulla può più fermare (Apoc 2,10), perché sul nostro capo poggerà una corona incorruttibile, la corona della gloria che non appassisce che era stata promessa agli apostoli e ai primi cristiani intenti a pascolare il gregge di Dio i quali avrebbero potuto riceverla soltanto quando sarebbe apparso il Pastore Supremo (1 Piet 5,4).

Infatti  nella sapienza biblica la corona è la ricompensa che viene ricevuta da coloro che sono rimasti fedeli  fino alla nuova manifestazione del Cristo attendendolo con amore, Egli avrebbe quindi incoronato i giusti, coloro che hanno vinto la buona battaglia, che hanno terminato la corsa e che hanno conservato la fede (1 Tim 4, 7-8).
I n I deve quindi rendere grazie infinitamente, chinare il capo ed accettare questo copricapo regale per essere membri di questa nuova razza di cui il Signore si serve per ripulire l’umanità secondo principi di rettitudine e giustizia.
È scritto infatti che I n I è la speranza, la gioia e la corona in questo tempo (1 Tess 2-19).

Gioiamo dunque perché ci è stata estesa la possibilità di prendere parte alla vittoria, non dobbiamo attendere di  salire al Cielo per fare esperienza del Suo Regno, anzi dobbiamo viverlo e manifestarlo qui in terra perché è qui che Egli ha scelto di santificare l’umanità.
È scritto infatti che i vincitori avranno l’opportunità di sedere presso di Lui, addirittura sul Suo trono, proprio come Egli ha vinto e si è assiso presso il Padre sul Suo trono (Apoc 3,21). I vincitori che persevereranno nelle opere governeranno con Lui le nazioni (Apoc 2, 26) e mangeranno dell’albero della vita che sta nel Paradiso di Dio (Apoc 2,7).

Restiamo quindi attenti, facciamoci ascoltatori, impariamo ad attendere ma senza perdere tempo, osserviamo con occhi e spirito perché così avvertiremo lo Spirito di Dio che tutto avvolge e rimarremo per l’eternità a nutrirci dei frutti dell’albero più bello.
L’albero della vita eterna.

Gioia e prosperità


martedì 1 novembre 2016

on the eve of the Coronation: invited to Joy



Itesful Ises in House of Haile Selassie the First.
On the eve of the anniversary of the Holy Coronation of  the King Of Kings, I n I meditate on the meaning that every single aspect of this unique event brings.

On November 2nd, the international Rastafari family will celebrate and raise hymns to the Creator because the visions of the prophets were manifested and their promises fulfilled.


On November 2nd 1930 the offspring of David  has blossomed to accompany humanity in this new phase in which man and God must reunite in order to govern this Creation according to righteousness, justice and above all royal love.
In these hours before the Coronation, I n I meditate on that event that revolutionized the destiny of the entire world trying to penetrate its meanings and teachings.
I n I must pay particular attention to the fact that the Coronation was an unprecedented  and prophetic event and its participation was impressive. So many people attended, including official guests, royal personalities, Rasses, princes and princesses and common people of Ethiopia.


Months and months of preparation to renew the city of Addis Ababa and to make sure that functions and ceremonies could be organized at the best.
Like any ceremonial event included the participation of  invited guests.

Well, this is meditation.
Thousands of people from all over  the country flocked to that day, twelve nations were invited in the persons of their representatives.
These people traveled to be present and to bring gifts.
In Rastafari Livity I n I must be considered invited to take part to this ceremony.
It may seem strange but, in a sense,  I n I is part of the list of people called to witness this event.


As at the time Rasses from every region of the country were invited, so now I n I is spiritually called to witness this joyous time.


In spirit and body, in fact I n I is involved in the celebration of the King of Kings as king anointed by God, the Black Christ, the Messiah of David.
But what does exactly mean to be invited?

We look deeply in ourselves and observe the evolution of events in order to understand the meaning of this call. When I n I embrace Rastafari Livity, I n I do it because is called to a new way of life, leaving behind the wrong and distorted  babylon’s models, I n I enter a system in which practical knowledge of life and spirituality are in perfect cohesion and in fact self-reinforcing.
I n I then begin to live knowing that Haile Selassie the First is the base and summit of this creation. I n I reshape the vital parameters and conscience according to the Livity and the awakening of awareness that offers new color to every experience in life.
It is exactly this inner awakening that is able to arouse from the depths all our existence and thus Creation itself. Well this awakening is a spiritual movement, for some people can be a placid and gradual shift but in others a more impetuous earthquake..in both cases is a phenomenon that attracts us magnetically due to the perception of a strong joy, a sense of being centered, of completeness and membership, of enrichment and elevation, of consolation and redemption, of lucidity and clarity.
Here these joyful qualities are all linked to a common denominator that is the sense of election.
The feeling of having been chosen by the Creator and from life to embark on a spiritual journey that will lead us to live more happily and more fully as we used to.

A great atmosphere of satisfaction invades us and above all we cannot find words to express the gratitude for the opportunity that was given to us.
Here we feel to have been chosen, or rather invited to participate in this bright design that is the Kingdom of God on earth and hail Him as King Messiah.


Just as those who received the invitation for November 2nd eighty-six years ago.
We are invited, called to be spectators and participants of this huge event.
In fact not only we observe but at the same time we take part, in fact, no ceremony could take place without the invited guests. I n I need to meditate, rejoice and give thanks that we have been granted the opportunity to be part of this generation that praises the Divine King and revive this Creation with I n I vocation and through I n I actions.
No matter from which part of the earth or what age or social class I n I may be, every conscious Rastafari is invited to the Coronation of the King of Kings and the ceremony lasts for eternity.
The Coronation is the event that sanctions the  establishment of the Messiah as a sovereign, ie the fulfillment of the ancient promises and thus redemption, salvation.


The destiny of humanity is entrusted to the government of the most upright and enlightened Sovereign of history, the Light of the world wearing the crown, the archetype becomes definitive model for mankind.


It is therefore the best thing that could happen to the sons of Adam, the mystical feast in which the heavens and the earth rejoice, angels and men are brothers in jubilation.
Here's what is the Coronation for I n I if we become aware of being its partakers.

When we are in joy then we are invited, when we are in the test then we are invited, in tribulation and redemption we are invited, in the awareness of our destinies we are invited, in the government of our lives we are invited, in the fight against evil we are invited, in the proclamation of kingship of the human race we are invited, in the freedom of mind and body we are invited, in the victory of wisdom over ignorance we are invited, we are indeed invited in abundance and even in poverty. Every moment, every instant and every glance can be an invitation to live in the fullness of our faith and our lives in harmony and respect with our loved ones and next fellow human beings .
It is the final call that brings together the rest of Israel, is the bell that awakens our lives by the spirit’s  sleep that babylon teaches, it is the urge to pick up I n I existence and lead it according to a higher benchmark, divinely human, naturally regal.

Let us consider ourselves invited guests, let’s see our lives as a special and unique ..a project towards happiness and justice in the service of humanity.
Eighty-six years ago under the heat of the African sun, the people of Ethiopia were invited as special guests to take part in the event that would change their destiny.

Similarly I n I will hurry from our lives to come and glorify the Divine King, I n I will gather in the commitment to populate this Creation with righteousness and courage.
I n I prepare ourselves and we wear our best clothes to honor the invitation that the King of Kings extended to I n I.
selah