sabato 6 aprile 2019

Rastafari, un'antica novità Pt. 2


Se impariamo ad osservare con attenzione vediamo che questa vita è in realtà ricolma di miracoli.
Nella Livity Rastafari ci impegniamo a riconoscere e poi celebrare questi miracoli perché derivano direttamente dal Creatore e sono in effetti manifestazioni della Sua grande opera.

Spesso siamo portati a pensare ai miracoli come a degli eventi straordinari, quasi magici quando in realtà ne facciamo esperienza in ogni attimo della nostra esistenza. La vita dell’essere umano e la storia del popolo biblico sono pieni di prodigi, e questi sono universali e senza tempo.
Essi hanno la stessa valenza per l’essere umano contemporaneo così come la avevano duemila anni fa o ancora prima quando i patriarchi percorrevano il deserto per raggiungere la Terra promessa loro da Dio.

La Livity Rastafari e il messaggio biblico hanno un’enorme potenza rinnovatrice, ma per comprenderne la grandezza è fondamentale capire cosa intendiamo per rinnovamento.

La Bibbia ci dice che durante il nuovo esodo Dio “farà una cosa nuova, aprirà una strada nel deserto, dei sentieri nella solitudine (Is 43,19)”. Le Sacre Scritture promettono che il popolo di Israele verrà un giorno ricondotto nella Terra e lì rivelerà la Sua gloria e vi stabilirà la Sua potenza su tutti i popoli (Is 45,14-17).
Nella Livity Rastafari leggiamo queste parole come l’annuncio del ritorno del Cristo come Re dei Re, il Messia Regale e quindi il regnante della casa di Davide nuovamente sulla Terra per manifestare il governo di Dio e amministrare la giustizia secondo il sincero e puro spirito Biblico.

Questa è la salvezza messianica.

Essa non è un qualcosa che avviene dopo la morte né un avvenimento prodigioso da effetti speciali, ma un rinnovamento delle dinamiche di questo mondo secondo dei parametri santi, giusti, ricolmi di spirito e di corretta condotta.
Ecco la Nuova Creazione (Is 41,20; 45,8; 48,6).
La salvezza e redenzione del genere umano sono il rinnovamento di questo mondo.
Questo rinnovamento arriva attraverso un modello che è Haile Selassie Primo e le sue azioni sono quindi i parametri su cui si fonda questa nuova umanità.
Infatti è scritto che il liberatore di Israele sarà il suo Creatore stesso (Is 43) ecco perché la liberazione non poteva avvenire per mani di un semplice uomo ma attraverso le opere del Messia regale.
Le Scritture infatti ci parlano di un “nuovo Davide” (Ez 34,23) e anche una nuova Terra Santa (Ez 47, 13-48) che verrà chiamata con un “nuovo nome” (Is 62,2;65,15).
Chi è questo nuovo Davide e quale è il nome di questa nuova Sion?
Egli è Haile Selassie Primo il nuovo Adamo che viene per rendere tutto nuovo e la terra è l’Etiopia, la “Black Zion”, il nuovo popolo di Israele in mezzo al quale il Signore stesso vive e regna (Ez 48,35).

Ian’I popolo Rastafari guarda quindi ad His Imperial Majesty come il rinnovatore che riporta questa Creazione ad una sua forma nuova ma allo stesso tempo antica, originale. Una condizione in cui umanità e Dio sono uniti e non separati come si vede nella società di babylon.
Questa è la Livity Rastafari, così nuova ma anche così antica da essere senza tempo e sempre valida in qualsiasi epoca perché è un modo di vivere connesso al Creatore che non è soggetto a ore, minuti o giorni. Proprio come il bastone su cui si poggia Giacobbe prima di benedire, esso è infatti prefigurazione della Livity, la condotta di vita per vivere ed elargire le benedizioni vitali.
Quando viviamo in Rastafari allora impariamo ad apprezzare ogni attimo come esempio di questo rinnovamento ed in un certo senso, viviamo e celebriamo questa costante novità proprio perché esistiamo in Dio che è sempre nuovo.

La parte divina dell’essere umano è senza epoca e non invecchia, non deperisce ma anzi fa rimanere l’uomo giovane perché offre freschezza e rigenerazione.
Il nucleo intimo ed essenziale dell’essere umano è infatti divino e anzi potremmo dire che è Dio stesso. In Rastafari diciamo che il corpo è il tempio dell’Onnipèotente e questo significa che Egli dimora dentro ognuno di noi e tutti ne avvertono la presenza prima o dopo. Sta a noi scegliere se coltivare quella.
Quando accediamo a quel luogo dentro di noi allora avvertiamo una freschezza e leggerezza non create da desideri materiali ma ci sentiamo bene lì dove siamo e avvertiamo di non avere bisogno più di tanto perché tocchiamo direttamente le bellezze della vita stessa e ci sentiamo fortunati, ricchi, appagati.
Quelli sono momenti di consapevolezza, quando facciamo diretta esperienza del Regno di Dio e sappiamo che esso è accessibile qui e ora nonostante le avversità e le preoccupazioni della vita quotidiana.

Ecco la novità di Rastafari, ci fa vedere le vecchie cose come nuove e tutto risplende di una luce che prima non percepivamo. Allora tutto canta e grida di gioia (Sal 65,13) è ogni passo delle nostre esistenze diviene come una preghiera. Lungo questo cammino, crescendo in questa via di vita, ci accorgeremo che le preoccupazioni ed afflizioni che una volta non ci facevano dormire sembrano ora solo un vecchio ricordo sbiadito ed innocuo che ci fa sorridere proprio come un bambino che crede di poter sfidare un adulto agitando in mano un rametto di fico a mo’ di spada.

Allora la vita diventa un canto e ogni canto ha un senso vitale, ogni vicenda ha un significato e ogni luogo di questa Creazione è casa nostra.  
Ogni momento è manifestazione di questa rigenerazione, di questa nuova nascita e di questo nuovo regno in cui viviamo. Ed è tutto presente dentro di noi, non dobbiamo cambiare corpo o trasformarci esteriormente ma dobbiamo invece imparare a vivere in maniera diversa, da persone libere che hanno spezzato le catene con l’esempio di Haile Selassie Primo e la pratica di vita Rastafari.

Prendiamo quindi una boccata d’aria fresca e impariamo dal nostro respiro che sta con noi da quando nasciamo ma che è allo stesso sempre nuovo.