sabato 10 febbraio 2018

Tutto ciò che ci circonda parla di Rastafari.


Tutto ciò che ci circonda parla di Rastafari.
Tutto quello che vediamo, leggiamo o ascoltiamo, se prestiamo attenzione ci manifesta Rastafari e puoi insegnarci Rastafari.

Rastafari è la via di vita connessa con il Creatore che si è rivelato nella persona di Haile Selassie Primo e che Ian’I i Rastafari bredren riconosciamo come il Messia Iyasos Krestos tonnato nella Sua seconda venuta per compiere le profezie che annunciavano il ritorno dell’Agnello di Dio come Leone Conquistatore della Tribù di Judah.
Questa è la base della teologia Rastafari e l’essenza del nostro Movimento.
Detto ciò, questa teologia e questa dottrina si esprimono nel modo in cui viviamo questa vita e non soltanto nella recita di preghiere on nella speculazione filosofica. Rastafari è infatti un’esperienza totale in cui l’essere umano vive nel Creatore perché riconosce che il Creatore vive in lui.

È un apprendimento costante in cui la vita stessa diventa il tuo libro di scuola e il Signore il tuo diretto insegnante. Le nostre persone divengono i quaderni su cui eseguiamo i nostri esercizi, a volte sbagliamo a volte abbiamo successo, a volte dobbiamo cancellare e ricominciare altre volte invece eseguiamo un bel compito e la vita ci regala un bel voto.
Dal momento che Ian’I considera la vita come il nostro libro per imparare allora dobbiamo apprendere come poter osservare questa stessa vita per comprendere al meglio e per poter formarci come bravi studenti di quest’esistenza. Molti infatti hanno delle buone intenzioni e ottimi propositi ma non sanno poi come applicarli, presi dallo sconforto si scoraggiano e abbandonano la strada verso la liberazione. Molti hanno delle intuizioni di Dio, avvertono il bisogno di vivere meglio nello spirito e capiscono che le loro vite necessitano di una dimensione spirituale ma non sanno come e dove cercarla, non capiscono da dove e come incominciare, sono delusi dalla chiese e dalle religioni, dall’ipocrisia dei sacerdoti e dei falsi profeti, così si scoraggiano e gettano la spugna tornando nell’inconsapevolezza che, sebbene dolorosa, non richiede grande sforzo e anzi si addice perfettamente alla pigrizia dell’essere umano così di modo di questi tempi.

La buona notizia è che la Livity Rastafari è la totale rivoluzione che questa epoca ci presenta, essa è la ricompensa per coloro che delusi dalle religioni degli scribi e dei farisei ricercano nella vita stessa il contatto con il Creatore e che soprattutto desiderano vivere nella giustizia e nella correttezza che rendono questo mondo un luogo più pulito e piacevole.
Nella Livity Rastafari impariamo ad imparare.
Il primo passo è scoprirsi bambini, umili, semplici e curiosi. Soltanto così potremo imparare ad imparare.

Un bambino infatti è predisposto naturalmente all’apprendimento, i suoi ricettori nervosi sono costantemente in una fase di apprendimento perché così il piccolo potrà istruirsi su come si vive in questo mondo. Il bambino osserva gli altri e il suo cervello processa un insegnamento per lui stesso, ogni istante è un’occasione di apprendimento perché la sua mente è in un costante stato di curiosità. Quando cresciamo invece questa “modalità” viene sostituita purtroppo da un’altra che è in realtà molto pericolosa ovvero l’impostazione “non mi interessa”. Questo avviene perché il centro dell’esistenza si sposta verso il nostro ego e non più verso il mondo esterno come quando eravamo bambini, tendiamo a manifestare che abbiamo già capito tutto e che conosciamo questo e quello e ci illudiamo di sapere già come vanno le cose e come sono gli esseri umani. Ci disegniamo questo quadro della realtà deluso, disilluso e scontento, arrabbiato e molto limitato. Il problema è che in realtà non conosciamo un bel niente e infatti ciò che etichettiamo come “questo l’ho già capito” è in effetti soltanto una presa di posizione basata sulle nostre percezioni o prime impressioni che sono spesso o quasi sempre sbagliate.
Quindi ci fissiamo su opinioni e le cementifichiamo con i nostri atteggiamenti, il problema che essendo le opinioni e le percezioni negative, il risultato sarà che la nostra esperienza di vita sarà negativa.
Vivremo una vita negativa e triste perché basata su visioni distorte della realtà.  Ecco perché il Cristo nei Vangeli ci avverte che il Regno dei Cieli sarà accessibile a chi sarà come un bambino. Proprio perché dobbiamo riscoprire dentro di noi la curiosità verso questa esistenza, il desiderio di imparare perché in realtà non sappiamo proprio nulla. Dobbiamo trovare quell’ umiltà per riconoscerci ignoranti e piccoli davanti ad un immenso mistero che è la vita e tutte le sue sfaccettature.
Allora tutto diventerà interessante, tutto sarà una scoperta e l’esistenza profumerà di avventura, scardineremo le false sicurezze che babylon avrebbe voluto inculcarci per tenerci assopiti e inizieremo a camminare verso la realizzazione del nostro destino.
Ecco che a quel punto la vita sarà il nostro libro di scuola e l’obiettiva sarà “la laurea della salvezza” ovvero vivere nella pienezza di questa Creazione come esseri umani naturali, originari, antichi e moderni allo stesso tempo, senza epoca e senza etichette, in una parola: liberi.

La creazione diventerà allora la nostra casa e il cielo il nostro vero tetto, il verde degli alberi sarà per noi accogliente e scopriremo la vera essenza della vegetazione che non è soltanto quella di nutrirci o di offrire ossigeno al mondo ma quella di curare i malesseri dell’uomo.
Impareremo ad usare le sfumature di verde presenti nei paesaggi come vere e proprie medicine contro il nostro dolore e le nostre nevrosi, saremo in grado di usare la linfa e la clorofilla delle piante per rigenerarci e per purificarci. Allora capiremo perché ci sono talmente tanti alberi e cespugli al mondo.
Impareremo ad usare le esperienze quotidiane come banchi di prova e lezioni di vita da cui trarre insegnamento, non tutte saranno belle ma utte importanti, impareremo a piangere e a ridere di ciò che ci accade e così scopriremo il modo in cui il Creatore ci sta educando e cosa sta cercando di trasmetterci in quel momento. Ci accorgeremo che ciò che ci accade è esattamente ciò di cui abbiamo bisogno in quel momento per insegnarci qualcosa di nuovo riguardo a noi stessi e al genere umano.
Impareremo a nutrirci anche senza mangiare, ad assumere cibo spirituale e non soltanto cibo fisico, capiremo la nostra dieta dell’anima da cosa dovrà essere formata, da cosa digiunare e cosa evitare così come quale sarà il nostro cibo spirituale preferito, forse leggere dei salmi, forse meditare al mattino presto, suonare, scrivere o aiutare gli altri in difficoltà.

La giornata diventerà piena e soprattutto sarà vibrante, emozionante e così scacceremo il male che si nasconde dietro la maschera della pigrizia e disinteresse, due delle peggiori qualità e afflizioni che può avere l’essere umano.
Nella Livity Rastafari impariamo ad imparare e scopriamo di scoprire.
Seguiamo l’esempio dei nostri anziani che hanno rinunciato alle comodità per andare a vivere tra le colline, tra la libertà degli uccellini del cielo e la limpida sincerità dei ruscelli, essi hanno lasciato babylon per scrivere le pagine di un nuovo cammino per l’essere umano. La loro scelta di vita non è stata limitata a loro stessi ma ha in realtà scritto una nuova pagina per l’umanità intera mostrandoci che è possibile in quest’epoca moderna vivere come esseri umani originali.
Non mi riferisco solamente al fatto di camminare a piedi nudi o di nutrirsi dei frutti degli alberi ma ad un qualcosa di ben più profondo ovvero il risveglio della connessione tra uomo e Dio attraverso l’esperienza diretta della Creazione che è la grande porta d’ingresso ai reami divini.
Essi hanno così cambiato il corso degli eventi e invertito il grande karma verso cui questo mondo andava, gli Incients Rastafari hanno manifestato la via di salvezza e la loro Livity è diventata, come accade per i santi, salvezza per altri esseri umani.
Attraverso il loro risveglio hanno risvegliato altri.

Pionieri a piedi nudi sono stati i primi a salire la montagna e ad andare ad incontrare Dio, proprio come Mosè fece salendo al Sinai, per poi tornare con i loro volti radianti della gloria del Signore.
E proprio quella luce e quella gioia che i loro occhi riflettevano sono state la mano protesa verso una generazione in cerca di redenzione, attraverso il loro spirito Ian’I ha potuto conoscere lo Spirito dell’Altissimo che permea questo Universo così da poter scoprire che questa vita è il nostro manuale di apprendimento e che, se impariamo ad osservare, ogni istante è un’occasione di redenzione e felicità.