sabato 5 novembre 2016

Corona di vita



Ogni Onore e Gloria a Sua Maestà Imperiale Haile Selassie Primo, Colui che è il Difensore della Fede oggi e per sempre.

Esiste un momento per tutto in questa Creazione, un momento per camminare ed un momento per fermarsi, un momento per lavorare ed un momento per celebrare.

Ecco I n I medita sulla potenza che sprigionano le preghiere dei fratelli e delle sorelle Rastafari in giro per il mondo soprattutto in questi giorni di celebrazione per l’Incoronazione di Haile Selassie Primo... quando le anime delle famiglie Rastafari si uniscono per un unico scopo: celebrare il Creatore con tutte le energie.

Ebbene nella vita assistiamo a misteri e miracoli, ma sono spesso coperti di realtà. Questi sono in mezzo a noi, ci circondano ma a volte non riusciamo a coglierli.
Dobbiamo iniziare ad osservare questa realtà con gli occhi delle spirito, con overstanding e visione profonda per poter cogliere gli innumerevoli miracoli che essa contiene. Allora inizieremo a vivere in accordo con i ritmi vitali dell’Onnipotente e non del mondo, nella consapevolezza che ogni attimo è una rivelazione del disegno divino, in effetti ogni attimo è un miracolo.
In questa realtà spirituale vivremo in un perenne ascolto della voce dell’Innerman, l’uomo interno e naturale che vive dentro di noi, resteremo nella costante ricerca della voce dell’ Io originario, divina essenza della esistenza.

Questa voce è in realtà un soffio.
Questo soffio è lo Spirito Santo, l’energia del Padre che tutto avvolge e che su di tutto ha potere.
Il nostro Dio muove misticamente l’organizzazione di questa Creazione e di questa realtà .
Egli ha voluto che il Suo Spirito potesse essere avvertito dagli uomini e che non rimanesse un qualcosa di estraneo a noi, ma infatti qualcosa di sempre presente, in cui il Creato è immerso e di cui gli uomini possono essere partecipi.
Questo soffio vitale è la linfa del Regno Divino, allo stesso tempo è il luogo più bello in cui I n I vuole dimorare, il cibo più dolce, la sfumatura di colori più bella, la sinfonia più perfetta, l’alba più fresca e la sensazione più vicina alla perfezione che un essere umano possa mai avvertire.
Completezza senza bisogno di nulla.

Ecco quando I n I vive nella Livity con zelo e persistenza quest’energia è presente. Quest’ energia infatti può solo essere avvertita tramite l’esperienza del Creatore e non attraverso una filosofia o una credenza, ecco perché I n I Rastafari dice che dobbiamo “sapere e non credere”.
Quest’energia è capace di tutto, ed il mistero più bello è che noi esseri umani siamo capaci di ‘condurla’ proprio come il metallo è conduttore di calore.
Con la presenza dello Spirito nel cuore i nostri corpi diventano strumenti,  corde di un’arpa che celebra incessantemente.. salmi viventi al cospetto del Re dei Re.

Tramite la forza dello Spirito I n I diventa in grado di creare cose bellissime.
Ricordiamoci che è scritto che in principio “ Lo Spirito di Dio aleggiava sulle acque” (Gen 1) e tramite questo Spirito Dio creò il tutto e lo fece bellissimo.
Questo Spirito è lo splendore attraverso cui tutto splende, la luce per mezzo della quale tutto brilla, l’espressione che non necessita di suono nè parola, l’insegnamento che si manifesta senza libri né quaderni, il gioiello prezioso che adorna la vita dell’essere umano, come i diademi che rivestono la corona di Sua Maestà Imperiale nel giorno dell’Incoronazione.
È questa corona che I n I deve indossare e deve far splendere perché essa adorna il nostro capo e lo rende regale.
Infatti non è senza significato il fatto che la corona sia un oggetto da indossare sulla testa.
Nel nostro capo infatti dimorano la comprensione, i processi intellettivi e le capacità reattive.
Nel nostro capo dimora il nostro potenziale paradiso, ovvero lo stato mentale in cui la persona può dimorare nel bene, nella salute delle emozioni e nel controllo e presenza e dove può rimanere nella grazia spirituale. L’uomo è immerso in innumerevoli emozioni e sentimenti ed è anche composto da diversi tipi di coscienza e distinti stadi di intelletto ma nelle funzioni cerebrali dimorano le capacità di controllo ed equilibrio, di analisi, intuito, visione, persistenza, tenacia e soprattutto la capacità di trasformare.
La trasformazione è un processo che può portare alla salvezza ed è la strada principale che porta al Creatore.
Essa consente l’evoluzione, il cambiamento, la crescita, la misericordia, il perdono, l’amore incondizionato, l’aspirazione ad elevare la propria condizione e quella dei nostri prossimi, tramite la trasformazione possiamo arrivare a vedere un nuovo mondo, una nuova Creazione e tramite facoltà intellettive come il coraggio, disciplina, perseveranza, risolutezza, sicurezza e discernimento possiamo lavorare a costruire questa Nuova Creazione tramite le nostre vite e le nostre azioni.
I n I Rastafari adoriamo la persona di Sua Maestà che è stato il più grande trasformatore e rivoluzionario di tutti i tempi.

Le nostre facoltà intellettive sono essenziali anche per consolidare e rafforzare la nostra fede, tramite infatti il corretto uso della nostra mente possiamo rendere più solida la nostra esperienza di fede che spesso nasce come processo intuitivo non subito definito anche se la avvertiamo molto forte. Ecco, tramite il ragionamento possiamo arrivare a ‘srotolare’ le pagine della nostra esperienza di fede e ad argomentare i processi spirituali che, quando sani e genuini, con un po’ di impegno è sempre possibile verbalizzare e quindi spiegare.
Così la mente diventa di supporto allo spirito e rinfranca anche il corpo che verrà investito di una grande energia e senso di ottimismo, di questa trinità di mente corpo e anima il Signore si serve per tenere il fedele lungo la strada di Zion e questo non vorrà deviare né a destra né a sinistra perché nessun’altra gioia è più grande della salute che questa esperienza di vita ci concede.

Ecco quindi che comprendiamo che la corona significa rendere regale il nostro pensiero, le nostre emozioni, le nostre facoltà, attraverso questa pratica di vita I n I si avvicina sempre più allo Spirito e può avere l’opportunità di avvertire questo.

La corona è regalità, ma è anche difesa, è un’investitura che porta con sé responsabilità ma è anche una ricompensa. Perché con la forza dello Spirito il fedele può vincere qualsiasi ostacolo e nulla sarà in grado di separarci dal’amore del Cristo Qadamawi Haile Selassie (Rom 8,35).

La corona è condivisione di vittoria, quindi di gloria.
Come ci dice il Santo Giacomo, una volta superate le tribolazioni e le prove riceveremo la corona della vita (Giac 1,12), e quale corona è più splendente e vitale se non quella di Sua Maestà che ha generato, dal momento della sua apparizione il 2 novembre 1930, vita e coscienza a livello universale ispirando generazioni  Rastafari (..e non) a vivere in modo ‘regale’ lungo la via dell’amore?

Il libro della Rivelazione ci conferma che dobbiamo rimanere fedeli e riceveremo la corona della vita, ovvero l’esistenza eterna che nulla può più fermare (Apoc 2,10), perché sul nostro capo poggerà una corona incorruttibile, la corona della gloria che non appassisce che era stata promessa agli apostoli e ai primi cristiani intenti a pascolare il gregge di Dio i quali avrebbero potuto riceverla soltanto quando sarebbe apparso il Pastore Supremo (1 Piet 5,4).

Infatti  nella sapienza biblica la corona è la ricompensa che viene ricevuta da coloro che sono rimasti fedeli  fino alla nuova manifestazione del Cristo attendendolo con amore, Egli avrebbe quindi incoronato i giusti, coloro che hanno vinto la buona battaglia, che hanno terminato la corsa e che hanno conservato la fede (1 Tim 4, 7-8).
I n I deve quindi rendere grazie infinitamente, chinare il capo ed accettare questo copricapo regale per essere membri di questa nuova razza di cui il Signore si serve per ripulire l’umanità secondo principi di rettitudine e giustizia.
È scritto infatti che I n I è la speranza, la gioia e la corona in questo tempo (1 Tess 2-19).

Gioiamo dunque perché ci è stata estesa la possibilità di prendere parte alla vittoria, non dobbiamo attendere di  salire al Cielo per fare esperienza del Suo Regno, anzi dobbiamo viverlo e manifestarlo qui in terra perché è qui che Egli ha scelto di santificare l’umanità.
È scritto infatti che i vincitori avranno l’opportunità di sedere presso di Lui, addirittura sul Suo trono, proprio come Egli ha vinto e si è assiso presso il Padre sul Suo trono (Apoc 3,21). I vincitori che persevereranno nelle opere governeranno con Lui le nazioni (Apoc 2, 26) e mangeranno dell’albero della vita che sta nel Paradiso di Dio (Apoc 2,7).

Restiamo quindi attenti, facciamoci ascoltatori, impariamo ad attendere ma senza perdere tempo, osserviamo con occhi e spirito perché così avvertiremo lo Spirito di Dio che tutto avvolge e rimarremo per l’eternità a nutrirci dei frutti dell’albero più bello.
L’albero della vita eterna.

Gioia e prosperità