sabato 14 gennaio 2017

La "camera dell'esperienza" nella Livity Rastafari



Ises His Imperial Majesty Emperor Haile Selassie the First, Creatore del cielo e della terra, Colui che ha camminato sulla terra per donare dignità a questa, Colui che ha parlato da uomo per dare dignità e valore alla parola umana, Colui che ha osservato il mondo e donato a noi razza umana il suo sguardo.
Ed ora attraverso i Suoi occhi Ian’I può osservare questa Creazione e rimediare e correggere  ciò che c’è di sbagliato nelle vie dell’uomo.

Molti passano per questa vita come spettatori o senza sapere bene cosa fare, alcuni anche iniziano ad interrogarsi ma poi vengono presi dal timore di rispondere in quanto la risposta è una presa di posizione.
Ecco Ian’I Rastafari è presente su questa terra come popolo con un compito.

Il lavoro di Ian’I è quello di collaborare con il Creatore nel governo vitale di questa esistenza.

A sentire ciò, alcuni ci criticheranno dicendo che abbiamo manie di grandezza o siamo esaltati, ebbene fatemi dire che chi attacca e critica ogni iniziativa spirituale genuina e positiva è soltanto perché teme di non riuscire lui stesso a raggiungerla..sorridiamo pensando che spesso il sensore dei propri limiti è ciò che produce diffidenza e attacco verso l’altro, la conoscenza popolare ci parla della volpe e l’uva..chi sa intenderà.

Nella Livity Rastafari la responsabilità non è poca e la strada è stretta e rocciosa, Ian’I allora deve guardare continuamente dentro noi stessi per ricercare quella saggezza/wisemind che Ian’I possiede da generazioni e da generazioni.
Infatti se ci sintonizziamo sulle frequenze spirituali che non hanno tempo né luogo allora scopriremo di avere un patrimonio di conoscenza e wisemind che va prima della nostra nascita e prima dei nostri genitori. Ian’I affonda le radici in un tesoro di esperienza che è innato a questo universo e che è costantemente accessibile e rivelato, questa ricchezza è ciò che rende la nostra Livity un’esperienza di gioia e risurrezione nonostante le difficoltà delle vita in babylon.

Questa è la grande chiave.

Ciò che culti e religioni hanno perduto conformandosi a questo secolo.
L’esperienza spirituale deve essere fonte di gioia e ricarica.
Essa è la gioia della resurrezione che la generazione dell’uomo porta con sé sin dalla creazione. Questa esperienza è il nocciolo di tutte le Scritture nella loro estensione, dalla Genesi alla Rivelazione.
La gioia della resurrezione non sono belle parole né tantomeno un’immagine poetica, sebbene contenga in sé bellezza e poesia, ma essa è pura e visibile realtà.
Questa gioia proviene dall’esperienza, così come dalla vittoria su se stessi e sul mondo.
Ricordiamoci che la prima sfida avviene sempre dentro di Ian’I e la difficoltà più grande si trova dentro di noi, così come la gioia più grande dimora nello stesso luogo. Ian’I vedrà difficoltà e tribolazioni lungo questo cammino perché la Livity non è per tutti, essa non sarà mai il modo di vivere di tutta l’umanità ma resterà sempre l’esperienza di vita di una porzione con un compito ben preciso.

Dobbiamo però sapere che ogni tribolazione può essere superata e ogni nemico può essere sconfitto se dimoriamo nella Livity consapevole.
Infatti il messaggio di Ian’I è guardare dentro di noi e trovare la forza più grande che abbiamo mai provato, scavare a fondo per scoprire quanto estesa ed infinita sia la nostra persona, quanto potente sia la nostra potenzialità se siamo in contatto e comunione con il Creatore secondo la Livity Rastafari. Questo ci renderà più umili e se saremo saggi non ci inorgoglirà, anzi ci farà comprendere quanto sia importante vedere ed accettare i propri limiti prima di poterli superare.
Il messaggio che Rastafari grida al mondo è “abbi fiducia”, never give up.
Questo essere confidenti deriva dal fatto che Ian’I sa, e non crede, che il male viene sconfitto dal bene, di questo Ian’I Rastafari fa esperienza dal giorno che la prima persona ha dichiarato che Haile Selassie è divino.

Lì è incominciata la prova ma anche la gioia, lì ha avuto inizio il conflitto ma anche la pace più grande, quello è stato il momento in cui la gelosia presente in questo mondo ha schierato i suoi soldati contro Ian’I Rasta, ma è stato anche il momento in cui, grazie alla Rivelazione del King of Kings, l’umanità ha avuto accesso alla camera più profonda e nascosta dell’ esperienza, quella in cui l’uomo dimora con il Creatore Vittorioso.
Non a caso His Majesty è il Leone “Conquistatore” della Tribù di Judah ed apre i sette sigilli della redenzione… non certo per tenere l’uomo in schiavitù o sconfitta! Piuttosto per far sì che le creature possano camminare libere tra le strade della Creazione e soprattutto pronte e preparate ad ogni evenienza che la vita propone, sapendo che Ian’I può sempre accedere a quella “camera dell’esperienza” e lì trovare forza e coraggio, lì possiamo recuperare le nostre energie quando la prova ci ha stancato, quando il mondo (dentro e fuori di noi) ci ha succhiato così tanta linfa vitale al fine di farci perdere la speranza, è in quel momento che Ian’I sorride perché “la vittoria è sicura” e non è stata una persona qualsiasi a rivelarcelo bensì il King of all Kings, the Defender of the faith, Colui che non aspettava che gli eventi avvenissero ma li plasmava.

Ecco accettiamo i nostri limiti, le nostre imperfezioni e le nostre difficoltà e quando esse sembrano insostenibili e sono dolorose, allora abbiamo due scelte: o restare sotto il peso e sopperire all’angoscia e alla sfiducia o entrare nella camera dell’esperienza.

La prima scelta ci porterà in un circolo di dolore, stanchezza, diffidenza ed abbandono che se prolungati portano alla sfiducia e all’essiccamento. La seconda scelta invece ci porta ad entrare nel luogo in cui ci si ricarica, in cui dimora l’ottimismo della realtà benevola e positiva, in cui il King è Padre, Maestro, Esempio, Consolatore, Consigliere rassicurante, e i nostri anziani sono colonne che sorreggono questa creazione che altrimenti forse sarebbe già decaduta da tempo, qui facciamo esperienza (e non sappiamo) che in Rastafari tutto è possibile, qui i limiti e le paure si sciolgono come neve al sole, qui la nostra persona diventa infinita, sempre nata, sempre presente, sempre capace, in quanto sempre esistente nel King.
In questo luogo facciamo esperienza della vittoria e così siamo capaci poi di vincere poi nei fatti quotidiani della realtà fisica e materiale o spirituale ed emotiva.
Nella camera dell’esperienza proviamo e viviamo quella fragranza che produce la forza, e così poi, nelle prove quotidiane saremo in grado di rievocare quell’esperienza e quello ci darà forza e la gioia di continuare e tenere duro, di non mollare ma essere “irreprensibili e semplici” come ci dice l’Apostolo (Fil 2,14), “fare tutto senza mormorazioni e senza critiche” ma attingendo dalla fonte di forza che la presenza di His Majesty ci offre e che la Livity Rastafari ci consolida nella vita.

Attraversiamo quindi i nostri problemi e affrontiamoli secondo la Livity e non secondo l’apatia e rassegnazione che babylon manifesta perché quella è la strada della sconfitta e del sonno.
Ian’I invece è la generazione del risveglio e della fiducia, Ian’I siamo coloro che quando chiudiamo gli occhi continuiamo a vedere e che ci muoviamo anche stando fermi, in quanto siamo figli dell’Altissimo che plasma gli eventi e non aspetta che accadano. Colui che una volta scese agli inferi ma essi non ebbero potere su di Lui che invece liberò le anime dei sofferenti spezzando le catene dell’inferno, Colui che ritornato come Re dei Re fece esperienza dell’inferno fascista e lo spezzò divenendo Egli stesso il Consolatore a cui l’Umanità accorse e tutt’ora rimane seduto sul Suo Trono lì... nella camera dell’esperienza dove Ian’I può incontrarlo ogni volta ne abbiamo bisogno per superare noi stessi in Lui, per divenire qualcosa che non siamo mai stati, per non cedere all’avvilimento ma restare nel rendimento di grazie del calice della vita.
Selah